Sima, salvata dall’inferno dell’Afghanistan "Ora sei qui con noi, non devi più avere paura"

L’incredibile vicenda della ragazza di 19 anni scappata dai talebani: i volontari di Amad hanno lavorato senza sosta per portarla in Italia

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di Pierfrancesco Curzi

Dall’inferno dell’aeroporto di Kabul alla speranza di una nuova vita ad Ancona. Sima Gul, afghana di 19 anni, è sbarcata martedì all’aeroporto di Milano e in serata grazie all’associazione Amad ha raggiunto il capoluogo dorico dove ora l’attende una nuova vita. Il ricordo dell’orrore vissuto ad agosto nei pressi dello scalo della capitale dell’Afghanistan tuttavia è molto fresco. A soli 19 anni ha perso tutta la famiglia durante l’attentato all’aeroporto di Kabul. Era il 24 agosto, i contingenti internazionali stavano recuperando i connazionali e i collaboratori per evacuarli in Europa o negli Stati Uniti. In tanti ce la fecero, ma a migliaia restarono a terra. Le bombe nell’area prospiciente l’aeroporto internazionale fecero almeno 200 morti. Sima, con i genitori e i fratelli, come tanti, aveva tentato di prendere un volo per salvarsi, dopo la presa dei talebani. Una tragedia inenarrabile per la ragazza che, senza più affetti, rischiava di finire nelle mani degli Studenti Coranici. Ma qui è entrata in gioco l’associazione anconetana Amad, guidata da Donatella Linguiti, che subito dopo il ritorno dei talebani al potere, il 15 agosto scorso, ha messo in piedi una rete di contatti per aiutare molti afghani residenti in Italia ma con le famiglie ancora nel Paese del ‘Grande gioco’. Rimasta sola, la 19enne ha cercato aiuto online e ha trovato Amad, Associazione multietnica antirazzista donne di Ancona grazie alla quale finalmente l’altro ieri ha potuto raggiungere l’Italia munita di un visto regolare. Con una sorta di ‘staffetta solidale’ è stata accompagnata da Milano a Bologna da Anna Camposampiero di Rifondazione Comunista e poi da Milano ad Ancona dai soci di Amad. Ora si trova ospite a casa della presidente dell’associazione Donatella Linguiti: "Dopo la prima richiesta di aiuto via messaggi con molta difficoltà, abbiamo cercato di studiare un percorso per farla venire in Italia legalmente e ci siamo riuscite – spiega la Linguiti –. Grazie anche alla rete che insieme siamo riusciti a costruire con gli afghani presenti nella nostra regione, attraverso complesse procedure burocratiche, siamo riuscite a farle avere un permesso per l’Iran. Lì Sima Gul è stata ospite della famiglia di una nostra socia che l’ha aiutata, coccolata, accompagnata negli uffici e poi all’ambasciata italiana in Iran siamo riusciti a farle avere il visto, grazie anche all’associazione Pangea che opera sul territorio. Non è stato semplice accedere all’ambasciata, vista anche l’emergenza pandemica". Ora Sima Gul è a casa, ha la sua nuova stanza con le pareti dipinte proprio per il suo arrivo di un bel giallo brillante e allegro: "Sima Gul adesso è qui, è ospite a casa mia e qui rimarrà – aggiunge la responsabile di Amad –. La aiuteremo a imparare l’italiano e con lei vedremo insieme il percorso di studio che più le si addice. La aiuteremo a superare i traumi grazie al supporto di una psicologa che si è detta disponibile e della nostra mediatrice culturale di lingua persiana Narghes". Un abbraccio speciale quello tra la ragazza e la mediatrice di origini iraniane che in questi mesi ha sentito al telefono la ragazza ogni giorno, anche quando la stessa era nascosta in un sottoscala per paura di finire in mano ai talebani: "Ero molto preoccupata per lei, ieri notte non sono riuscita a dormire. Per fortuna ora è qui, ce l’abbiamo fatta. Non sarà facile adesso: lei deve entrare in un altro mondo, ma finalmente è libera. Viene qui senza niente. Ma vuole costruire un futuro, studiare e lavorare", aggiunge la Narghes.