Sorpresa, si svuota Strabacco Tutti i beni venduti all’asta

Un altro pezzo della storica osteria di via Oberdan se ne va con ogni suo oggetto. Smontata la cucina, via mobili, stoviglie, quadri e foto. Resta il rebus del locale

Una giornata intera (e forse non basterà) per cancellare definitivamente il ricordo di decenni di gloriosa ristorazione. Un altro pezzo dell’osteria Strabacco di via Oberdan, l’anima del locale forse più bello e storico di Ancona, se n’è andato giovedì. Una ditta di traslochi ha svuotato parzialmente l’ex osteria, in particolare la cucina, smontando pezzo per pezzo tutte le parti che la componevano. Frigoriferi, piano cottura, mensole, scaldavivande e ogni macchinario rimasto all’interno della cucina che ha servito pasti a intere generazioni di anconetani, a turisti e personaggi noti dello spettacolo e della cultura.

Alcuni mesi fa il Carlino aveva annunciato il buon esito di una delle aste che in questi ultimi due anni ha interessato l’osteria e parte dei beni appartenuti agli ex proprietari, in primis Danilo Tornifoglia. Un soggetto privato aveva investito alcune migliaia di euro per acquisire tutto il materiale presente dentro il locale. La cucina certo, la parte più delicata e complessa da recuperare e da riutilizzare, senza però dimenticare tavoli, sedie, bicchieri, e qualsiasi oggetto che fosse presente nei tre livelli del locale. Ieri, dopo alcuni sopralluoghi e piccole rimozioni, il grosso dell’intervento per conto del soggetto che ha versato i soldi della base di gara sufficiente per assicurarsi la parte hardware della celebre osteria teatro Strabacco. Una mezza dozzina di addetti ha lavorato sin dalla prima mattinata e per tutto il giorno, decine e decine di viaggi e carrelli, camion su camion riempiti. La clausola dell’accordo dell’asta prevede che l’acquirente debba recuperare ogni piccola parte, lasciando gli ambienti completamente vuoti. La maggior parte del materiale presente dentro il ristorante, ormai vuoto e abbandonato da circa cinque anni, andrebbe buttato e comunque non sarebbe facilmente recuperabile. Si pensi, ad esempio, a piatti e bicchieri, centinaia di pezzi, oppure il pentolame usato, gli apparecchi della cucina come le ventole o il trita formaggio.

C’è poi tutta la parte dei ricordi, dai quadri alle foto fino alle suppellettili vintage e la mobilia, merce più facilmente riutilizzabile. Da capire lo stato di uso della cucina, specie il piano cottura: se in condizioni non pessime potrebbe rappresentare un buon investimento visti i costi elevatissimi del nuovo.

Con l’ex osteria svuotata si risolve soltanto la faccenda dello sgombero, ma la vendita del locale resta un enorme punto interrogativo. All’asta, l’anno scorso, c’è finita solo una parte del ristorante: con almeno tre proprietà diverse e una soltanto in liquidazione (il piano inferiore e uno spicchio di quello principale): prevedere un ritorno al glorioso passato per Strabacco è soltanto una chimera.