Spara col fucile dall’auto: denunciato un cacciatore

Castelfidardo, i residenti della zona della Selva hanno avvisato i carabinieri per i colpi sentiti troppo vicini alle case: i militari hanno così trovato il 75enne

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Fare una camminata alla Selva di Castelfidardo è difficile di questi periodi. I colpi di fucile dei cacciatori si odono troppo vicini. A qualche passeggiatore è capitato di raccogliere i pallini lungo la strada principale. L’altro ieri sono stati alcuni residenti a chiamare i carabinieri. C’era qualcuno che sparava davvero troppo vicino alle loro abitazioni. Avevano paura che potesse succedere qualcosa. I militari della stazione locale, assieme a quelli del Norm di Osimo, sono arrivati subito. Hanno trovato un cacciatore, 75enne del posto, che sparava con il fucile fermo dentro la macchina. La caccia è aperta anche sul territorio della Selva, luogo della battaglia per l’Unità d’Italia, seppur consentita solo in alcuni punti. E’ vietato però, in ogni caso, sparare dall’interno del veicolo, oltre a sparare a distanza inferiore a 150 metri con uso di fucile da caccia con canna ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di altre armi, in direzione di immobili adibiti ad abitazione o posto di lavoro. L’uomo è stato denunciato. Il reato contestato è di accensione ed esplosione pericolosa. A casa aveva un altro fucile regolarmente detenuto. Entrambi sono stati sequestrati. Il dibattito annoso è riesploso inevitabilmente: caccia sì o caccia no in uno dei territori oltretutto simbolo delle battaglie risorgimentali? L’attività venatoria è consentita in vari punti dell’area, fino a poco fa anche vicino alla pista ciclabile, fatto che fa molto discutere in termini di sicurezza, uno dei tanti fattori esposti da chi si batte per l’abolizione, oltre a quello ambientale e di tutela della fauna. "Una bella notizia è appena arrivata: è stata approvata la nostra richiesta di sottrazione delle nostre proprietà alla gestione programmata della caccia, quindi prosegue il divieto di caccia nelle aree segnalate dal perimetro rosso nella mappa pubblica per tutto il periodo di validità dell’attuale piano venatorio 2020-2025", aveva detto la Fondazione Ferretti che gestisce la Selva di Castelfidardo, luogo della battaglia per l’Unità d’Italia. Il veto all’attività venatoria alla Selva è molto più esteso rispetto a prima insomma e il plauso è arrivato da tanti fidardensi che chiedono comunque più controlli.

Silvia Santini