Tentata estorsione: scatta la condanna

Due anni e due mesi di carcere per una coppia di tunisini che avevano preso di mira il titolare di un call center

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Avrebbero approfittato di un call center per fare ricariche telefoniche a scrocco e spillare denaro al titolare dell’attività. Un guadagno di quasi mille euro oltre il quale il negoziante ha poi opposto resistenza rimediando botte e danni alla sua attività. Con l’accusa di concorso in estorsione in quattro, tutti tunisini, sono finiti a processo davanti al collegio penale che ieri ha proclamato l’assoluzione per due imputati, uno di 36 anni difeso dall’avvocato Federica Battistoni e uno di 47 anni difeso dall’avvocato Simone Matraxia, e la condanna invece per altri due ma solo per una tentata estorsione. L’episodio di cui sono stati ritenuti responsabili dal giudice Carlo Cimini, risale al 19 aprile del 2017. Nel negozio, come ha testimoniato la stessa parte offesa, il titolare dell’attività, un cittadino bengalese di 39 anni, erano entrati in due, un tunisino di 32 anni, residente a Falconara, difeso dall’avvocato Filippo Paladini, e un connazionale di 27 anni, domiciliato a Torino, difeso dall’avvocato Matraxia. "Volevano fare le ricariche telefoniche – ha raccontato il bengalese – ma non avevano i soldi. Io gli ho detto che non gli avrei fatto nulla. Uno mi ha tirato dietro il collo un espositore pubblicitario, l’altro mi ha buttato a terra". Il bengalese ha riportato otto giorni di prognosi. Ad afferrarlo per la maglietta sarebbe stato il 32enne, che lo avrebbe poi scaraventato contro il muro. Il 27enne invece gli avrebbe tirato addosso l’espositore in plastica presente sul bancone del negozio, facendolo sanguinare e facendolo ricorrere alle cure ospedaliere. Stando al titolare del call center i due imputati avrebbero usato la stessa modalità violenta anche in altre situazioni, per farsi dare somme di denaro, da 5 a 10 euro alla volta, accedendo a ricariche telefoniche senza pagare per un totale di 900 euro. "Il denaro mi è stato poi restituito" ha ammesso la parte offesa. Entrambi i due imputati sono stati condannati a due anni e due mesi.

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