MARINA VERDENELLI
Cronaca

Un restyling storico . Restauro delle panchine, assolto l’ingegnere capo: "E’ il 34esimo processo"

Un’altra vittoria per l’ex dirigente del Comune Lucchetti oggi in pensione. Tutta regolare la procedura per sistemare le sedute di piazza Cavour:. secondo l’accusa mancava l’autorizzazione della Soprintendenza. .

Un  restyling storico . Restauro delle panchine, assolto l’ingegnere capo: "E’ il 34esimo processo"

Un restyling storico . Restauro delle panchine, assolto l’ingegnere capo: "E’ il 34esimo processo"

Tutta regolare la procedura di restauro per le panchine di piazza Cavour. Per quel restyling era finito a processo l’ex ingegnere capo del Comune di Ancona, Luciano Lucchetti, 73 anni, ma ieri il tribunale lo ha assolto con formula piena. "Il fatto non sussiste" ha deciso la giudice Tiziana Fancello assegnando di fatto un’altra stellina nelle udienze vinte dall’ex dipendente ormai in pensione. "E’ la 34esima volta che finisco in tribunale – ha commentato sollevato Lucchetti dopo la lettura del dispositivo – sempre assolto. Sono in pensione da sette anni, ormai non dovrebbe arrivare più nulla".

Nei suoi confronti sono stati diversi i procedimenti penali che lo hanno portato davanti ad un giudice. Tra gli ultimi anche quello per i gradoni della scalinata del Passetto, danneggiati al passaggio di un bobcat. E’ stato assolto nel 2021 sempre perché "il fatto non sussiste". Ieri un’altra vittoria per Lucchetti, difeso dall’avvocato Roberto Tiberi. "Ormai per me è routine – ha continuato l’ingegnere – non posso dire che è finito un incubo perché non l’ho mai vissuto come tale. Fortunatamente non sono un tipo che somatizza e confidavo in un risultato positivo".

Lucchetti si era opposto ad un decreto penale di condanna, per il quale era stato chiamato a pagare una pena pecuniaria di quasi 5mila euro, preferendo il processo per dimostrare la sua innocenza per decisioni risalenti al 2019. C’era da rifare piazza Cavour e così erano state tolte le panchine di ferro e ghisa, più di 50. Panchine storiche e testimoni anche della prima guerra mondiale visto che proprio sullo schienale, alcune di loro, riportavano il bollettino della vittoria, quello del generale Armando Diaz, inciso lettera per lettera. Realizzate nel 1920 non erano tutte in buono stato e per cinque di queste il Comune aveva disposto un restauro finito poi in subappalto ad una ditta emiliana. Proprio il restauro aveva inguaiato l’ex ingegnere capo finito a processo per aver violato una norma sui beni culturali e relativa al restauro di un bene storico disposto senza autorizzazione della Sovrintendenza. Stando alla difesa l’autorizzazione ci sarebbe stata. Lucchetti a quel tempo era dirigente della direzione "Progettazioni, manutenzioni, viabilità, frana, protezione civile e sicurezza" del Comune e avrebbe fatto eseguire ad una ditta di San Paolo di Jesi il recupero delle panchine. La ditta jesina avrebbe dato poi in sub appalto il lavoro ad una ditta di Reggio Emilia. Stando alle accuse si sarebbe saltato un passaggio importante, avere il benestare della Sovrintendenza per l’Archeologia, le Belle Arti e il paesaggio delle Marche. Le panchine hanno più di 70 anni e rientrano, per la normativa, tra i beni di proprietà pubblica tutelati. Ad indagare erano stati i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, dopo l’interrogazione in consiglio comunale fatta dalla consigliera della Lega di allora, Antonella Andreoli, oggi assessore. Aveva chiesto lumi sul perché una panchina storica di Ancona era finita al museo della ghisa di Longiano, in Emilia Romagna. Dopo il restauro il museo l’aveva trattenuta per un anno per poi restituirla. Ora sta in Pinacoteca ad Ancona.