Uomo o donna, a scuola col registro "gender free"

All’istituto Mannucci con il progetto "Carriera alias" gli studenti potranno essere chiamati con il nome (maschile o femminile) che preferiscono

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di Marina Verdenelli

Un registro gender free dove gli studenti sono liberi di sentirsi uomo o donna senza l’etichetta del nome che hanno scelto per loro i genitori alla nascita. Il nome con cui vogliono essere chiamati ed identificati infatti se lo scelgono loro. Il liceo artistico Mannucci lo ha da otto mesi perché ha aderito a "Carriera alis", un progetto che permette a scuole e università di creare una identità alternativa temporanea allo studente che vuole sostituire il nome anagrafico con uno adottato da lui stesso. "I primi a chiederlo sono stati proprio gli studenti e poi anche le famiglie – spiega Francesco Maria Orsolini, preside del Mannucci che ha sedi ad Ancona, Fabriano e Jesi – così la scuola si è attivata per il protocollo. Abbiamo esaminato con attenzione la cosa, assunto informazioni per capire come affrontare il tutto in un contesto educativo. Il nostro riferimento è stato un liceo artistico di Roma che aveva affrontato carriera alias per primi. Poi con una delibera del collegio docenti e del consiglio di istituto è stata presa la decisione all’unanimità di adottare questo registro. La scuola ha ritenuto rendere più accettabile una situazione complessa dal punto di vista emotivo degli studenti impegnati nella transazione di genere. E’ una questione di civiltà".

Il preside Orsolini ha reso nota la novità della sua scuola ieri, nella Giornata internazionale contro l’omofobia. Da quest’anno il suo istituto ha introdotto il registro dei nomi elettivi, quelli con cui i ragazzi vogliono essere identificati per vedere riconosciuta la propria identità di genere, che non corrisponde a quella indicata all’anagrafe. Gli studenti che ne hanno fatto richiesta si contano sulle dita di una mano e hanno dovuto portare una documentazione di un percorso con uno psicoterapeuta che stanno seguendo per la transazione di genere, come richiesta dal protocollo, per ottenere il nuovo nome a scuola. Un nome che compare nel registro di classe, nelle giustificazioni per le assenze, negli indirizzi di posta elettronica ma non nel diploma finale che però può essere cambiato una volta che la pratica arriva davanti ad un giudice che vaglia il cambio di sesso con un atto giuridico. Anche per le interrogazioni e nella vita di classe il nome cambiato viene usato.

"I nomi elettivi fino ad ora scelti – aggiunge il preside – non lasciano individuare con chiarezza il passaggio, se prima era maschile o femminile o viceversa perché sono molto neutri, tipo Alex. La scelta che ha fatto la mia scuola ha portato molta tranquillità, gli studenti che ne hanno usufruito sono stati accettati, non ha portato a fenomeni di bullismo, ha risolto molti problemi e ha dato supporto emotivo ai ragazzi che vivevano situazioni complesse".