Gianmarco Tamberi, l'intervista all'atleta. "Io, Chiara e il sogno mondiale"

In autunno Doha, nel 2020 le Olimpiadi: "Sto bene, gioco a basket e non mollo mai"

Gianmarco Tamberi (Foto Ansa)

Gianmarco Tamberi (Foto Ansa)

Ancona, 16 agosto 2019 - E’ un Ferragosto di concentrazione e preparazione per Gianmarco Tamberi. Ci sono i mondiali di Doha in autunno. Nel 2020 le Olimpiadi. Una alla volta. Come prosegue il cammino verso l’iride? «Bene. Ho in mente solo questi due appuntamenti su tutto il resto - risponde Gimbo -. Non penso ad altro. Prima non farò nessun tipo di cambiamenti. A livello sportivo e non solo». Neanche il taglio di capelli? «Neanche». Matrimonio? «Aspettiamo, anche se quest’anno festeggio i dieci anni con Chiara. Magari ci penseremo dopo le Olimpiadi. Chissà (sorride, ndr)». Gli acciacchi? «Li ho risolti. Solo che non mi hanno fatto allenare con continuità. Fisicamente però sto bene ed è ciò che conta». Una fortuna che i mondiali saranno a ottobre? «Alla fine è un bene visti i guai fisici che ho avuto. Tutte sciocchezze, ma mi hanno rallentato. E’ da un mesetto che però non avverto nessun tipo di problema». Che voto si darebbe finora in questo 2019? «Un otto per la stagione invernale. Potevo fare di più. Ho vinto il campionato italiano indoor e poi l’europeo, ma potevo fare meglio di 2,32. Solo che mi sono mancati gli stimoli che mi potevano fornire gli avversari che si sono fermati troppo presto. Inconsciamente mi sono accontentato, dopo che era tanto tempo che non vincevo. La stagione all’aperto invece deve ancora partire. Tre sole gare con misure altalenanti. Tireremo le somme dopo Doha». Chi vince ora nell’alto è Stefano Sottile. Sorpreso? «Non credevo che saltasse così alto, ma credo che sia un ottimo segnale per tutti. Nell’alto siamo la nazione più forte al mondo». Il ragazzo della Val Sesia gli ha rubato anche il record under 23 di 2,31 migliorandolo di 2 cm, sempre a Bressanone. Dispiaciuto e preoccupato? «No. Ora sono la sua riserva (sorride, ndr). Dalla mia però ho l’esperienza. I record sono fatti per essere battuti. E’ uno stimolo sicuramente in più anche se l’avversario adesso ce l’ho in casa». Rientro in gara? «Penso il 24 agosto a Parigi. Potrei saltare anche il 18 a Birmingham, ma non ha senso, troppo presto. Devo preparare bene il mondiale. Non voglio rischiare niente, anche se mi piacerebbe conquistare la finale di Diamond League a Zurigo di fine mese». E’ impegnato anche con il basket, la sua grande passione. E’ stata un’estate intensa sotto canestro? «Come le altre, perché tutti gli anni qualche partita al Campetto non me la toglie nessuno. E’ una valvola di sfogo che ti toglie le pressioni che lo sport di alto livello ti mette addosso. Mi rilassa». Ma non ha paura di farsi male? «Gioco con una prevenzione totale. Questa disciplina la pratico da quando sono bambino e quindi evito qualsiasi tipo di situazione che possa crearmi pericolo. Non gioco per vincere, ma per divertirmi e non farmi male». E non solo. Se le pronuncio la parola solidarietà? «Mi sta tanto a cuore. Di recente siamo stati a Cervia per il #GGG, una giornata all’insegna dello sport. Il sottoscritto, Greg Paltrinieri e Gigi Datome. Non si può fare a meno quando sei un atleta di alto livello. Siamo riusciti a unire tre sport (salto in alto, nuoto e basket, ndr) per aiutare chi ha bisogno, soprattutto i bambini (il ricavato devoluto in beneficenza all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ndr). Questa iniziativa la vogliamo portare avanti negli anni. Ci siamo presi un mese per respirare, ma poi ripartiamo per il 2020. Siamo già carichi». Qualche giorno di vacanza? «Appena tre giorni a fine giugno. La vera vacanza sarà a ottobre. Dell’Italia mi piacciono molti posti. Puglia, Sicilia, mi piacerebbe andare in Sardegna. Si mangia alla grande. Perché quando finisco la stagione la prima cosa che penso è il cibo». E il nostro mare? «Splendido. Portonovo, ma tutta la Riviera del Conero. Siamo molto fortunati ad abitare in queste zone. Che sono ancora poco conosciute. Un bene per chi ci abita, perché le spiagge sono ancora libere. Anche se per il turismo si potrebbe sfruttare sicuramente meglio soprattutto a livello di strutture. Si possono fare molti passi avanti». A proposito di passi avanti come sta il suo amico Barshim dopo il grave infortunio? «Ha saltato 2,27, ma non è ancora il Barshim che conoscevamo. Al mondiale però potrebbe essere uno degli avversari più pericolosi. I più esperti, ma ce ne sono dieci che possono ambire al podio, compreso Sottile. Siamo tanti». Nonostante l’afa rimarrà ad Ancona ad allenarsi? «Quando entro al campo gli agenti esterni non mi influenzano. A inizio luglio ho corso da pazzo sotto il diluvio. Sono stato due settimane in ritiro al fresco di Predazzo, ma solo per volontà di papà. Ad Ancona sto bene».