Dramma a Kabul: "I talebani cercano casa per casa chi ha collaborato con l'Italia"

Le testimonianze dei passeggeri atterrati a Fiumicino con il volo dell'Aeronautica partito dall'Afghanistan

Afgani in fila per imbarcarsi in un aereo e fuggire daa Kabul

Afgani in fila per imbarcarsi in un aereo e fuggire daa Kabul

Roma, 16 agosto 2021 - Dolore, rabbia, delusione e sopratutto grande preoccupazione per chi è ancora in Afghanistan. Sono i sentimenti prevalenti dei 50 italiani, tra loro anche l'ambasciatore a Kabul, e dei 20 afgani arrivati a Fiumicino con il primo degli voli dell'Aeronautica. Voli  che porteranno in Italia tutti i nostri connazionali e il maggior numero di collaboratori afgani e le loro famiglie.

"Ho paura per chi ha lavorato con noi ed ora sta per morire. I talebani li cercano casa per casa. Abbiamo lasciato migliaia di persone che rischiano la vita. La situazione è gravissima, la comunità internazionale li salvi", è la drammatica testimonianza di un medico afghano  che lavora per l'agenzia italiana della cooperazione e lo sviluppo

 "Abbiamo lasciato gente in Afghanistan senza sapere cosa gli accadrà - continua - i nostri colleghi stanno morendo lì, i talebani stanno girando casa per casa, cercano i miei colleghi.  Il futuro dell'Afghanistan va chiesto a chi per 20 anni è stato lì chi ha collaborato con noi sta per morire, ci sentiamo traditi. Noi siamo sicuri ma abbiamo lasciato migliaia persone e famiglie che rischiano la vita, senza medicine, senza cure. Un disastro totale. Ci sentiamo traditi. I nostri collaboratori hanno creduto in noi e ora sono abbandonati e rischiano a vita. Abbiamo lasciato collaboratori a Kabul e non sappiamo ora come aiutarli, come dobbiamo fare. Donne che non possono muoversi, che hanno collaborato con noi , che abbiamo formato, ostetriche, medici, che lavoravano con noi ed ora sono abbandonati. I nostri ospedali sono abbandonati, non hanno farmaci, e malati muoiono. Bambini che non hanno da mangiare. La situazione è gravissima. Io sono un medico rifugiato che ha collaborato a progetti sanitari a Kabul e nelle province. Abbiamo costruito progetti ed ora sono abbandonati. Avevo creduto molto nella transizione ed ora sono deluso".

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Aereo "assaltato"

"È stato triste lasciare l'Afghanistan -  ha detto Giuseppe Grandi, direttore dell'Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo . Quando siamo partiti noi era abbastanza ordinata la situazione ma abbiamo comunque dovuto attendere per il decollo. Tanta gente doveva venire sui voli ma non è venuta. C'è stato anche un tentativo da parte di qualcuno di entrare sull'aereo nostro. Ora grande gioia ed un ringraziamento a tutti. Certo, l'Afghanistan è molto imprevedibile e questo è uno dei classici esempi di imprevedibilità. Ce l'ho nel cuore e non ne uscirà mai".

Protetti dai carabinieri

"Una parte del mio cuore  spiega Domenico Frontoni,esperto in logistica dell'agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo - è rimasta in Afghanistan accanto ai nostri collaboratori. Sono rimaste persone che confidavano in noi e sperano di poter arrivare in Italia per evitare rischi e la situazione che li sta affliggendo. È stata una evoluzione rapida e siamo ancora travolti dall'emozione. Sono stati momenti molto concitati. Sono felicissimo di essere arrivato in Italia ma lascio il cuore per queste altre persone che speravano in noi. All'aeroporto siamo stati sempre protetti dai carabinieri che ringrazio perché sono sempre in prima linea a difenderci, dei ragazzi eccezionali. Per il testo abbiamo vissuto anche lì dei momenti drammatici perché l'aereo era pronto ma c'erano ancora dei disordini e non avevamo il Go per andare. Sono state fasi intense. Non so sinceramente quanti italiani ci siamo ancora in Afghanistan, è un dato che può avere solo l'ambasciata".

Emergency

"Siamo rimasti sorpresi anche noi dalla velocità dell'avanzata dei talebani. Però, siamo stati in grado di attrezzarci abbastanza rapidamente per far fronte a tutte le difficoltà e necessità che si sono manifestate in questo periodo. Da quando sono iniziati gli scontri nella provincia di Rogan abbiamo visto un considerevole aumento di pazienti con ferite, o da proiettili, o da frammenti di mine o esplosivi. È un trend che abbiamo visto aumentare negli ultimi sei mesi fino al crescendo dell'avanzata. L'altro ieri abbiamo ricevuto 65 feriti, ieri 80. Quelli di ieri sia per scontri che tafferugli". Lo ha detto un addetto di Emergency Internazionale rimpatriato da Kabul. "La volontà di Emergency  è quella di restare in campo in Afghanistan rimodulando il nostro staff medico e far rientrare così colleghi che che non siano strettamente necessari per le attività cliniche. Emergency non è andata via. Le nostre strutture sono pienamente funzionanti sul campo".