Bolsonaro a Padova, onori e contestazioni. Tensione tra 500 manifestanti e polizia

Tafferugli tra polizia e centri sociali, una ragazza fermata. Il presidente riceve la cittadinanza nel paese degli avi

Fan di Bolsonaro a Padova

Fan di Bolsonaro a Padova

Tensione e scontri tra manifestanti e polizia, ieri a Padova, durante la visita del presidente del Brasile Jair Bolsonaro. I 500 attivisti dei centri sociali che si erano radunati sotto una fitta pioggia per aspettare l’arrivo del capo di Stato carioca, ’negazionista’ del Covid e del surriscaldamento globale, hanno cercato di sfondare il cordone di sicurezza per avvicinarsi alla Basilica del Santo, che ha visitato. In via Belludi lo scontro più duro: il corteo non autorizzato è stato disperso con la forza dagli agenti in tenuta antisommossa, con l’uso di idranti e unità cinofile. Una ragazza è stata fermata e la polizia sta monitorando i video per identificare i responsabili dei tafferugli.

"Giornalisti intimiditi dalla scorta"

L’attenzione riservata a Bolsonaro dai contestatori è quasi curiosa se si pensa che, durante i due giorni del G20 romano, è stato sostanzialmente ignorato dai colleghi, proprio per le sue dichiarate posizioni su vaccini, diritti e ambiente.

In mattinata, il presidente brasiliano aveva ricevuto la cittadinanza onoraria ad Anguillara Veneta, paese di origine dei suoi avi. Nessun momento di tensione, ma, del resto, la prudenza è stata massima: il programma del presidente verde-oro è cambiato più volte. Accompagnato da una robusta scorta personale e privo per tutto il tempo della mascherina anti-Covid sul viso, Bolsonaro ha incontrato la sindaca leghista di Anguillara, Alessandra Buoso, nella blindatissima villa Arca del Santo. Non, quindi, in municipio, come previsto fino all’ultimo. Il pranzo e le spese di accoglienza sono state pagate di tasca propria dal primo cittadino, per spegnere le polemiche dei giorni precedenti.

Nella piazza principale, intanto, duecento manifestanti hanno sfilato con cartelli e striscioni, al grido di "Fora Bolsonaro". C’erano, tra gli altri, esponenti di Pd e Rifondazione comunista, sindacati e i partigiani dell’Anpi. L’indignazione è alta: "Perché concedere la cittadinanza a un uomo sotto inchiesta per genocidio? – si chiede Paolo Benevegnù, segretario regionale di Rifondazione Comunista –. La sua storia contrasta con quella che è stata la grande storia di emigrazione del nostro Paese". Per il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, Bolsonaro "ha aperto le porte alle multinazionali che stanno mettendo a ferro e fuoco la foresta amazzonica". "Siamo indignati, non si può restare impassibili di fronte alle sue dichiarazioni di “invidia“ per la cavalleria americana giudicata più efficiente, a suo tempo, nel liquidare gli indigeni", ha ricordato Egidio Zanovello (Cgil Padova). Vari esponenti nazionali del centrosinistra hanno richiesto il ritiro della cittadinanza.

Non c’erano solo contestatori, però. Un nutrito gruppo di brasiliani ha atteso Bolsonaro cantando e ballando per ore davanti al municipio, con palloncini e bandiere verde-oro, raggiungendolo poi all’esterno di Villa Arca del Santo. "Sono felice ed emozionato di essere qui. Penso si veda", ha esordito Bolsonaro, ricordando che "da Anguillara erano partiti a fine ‘800 i suoi nonni". "I risultati del mio governo? I media non li riconoscono...", si è giustificato. E poi, a metà pranzo, si è fermato concedendosi foto e selfie coi sostenitori. "Questo riconoscimento per noi è un onore – ha spiegato Valdirene Rebeira, brasiliana residente in Italia da 25 anni –. La sua famiglia è partita da qui per andare in Brasile, ha vissuto in povertà e lavorato duramente. Diventare il presidente di una delle settime potenze al mondo dovrebbe rappresentare un merito".

A chi lo accusa di crimini contro l’umanità (i giudici brasiliani gli imputano di aver fatto poco per fermare l’ondata pandemica, che ha causato 600mila morti nel Paese) i sostenitori chiedono prove. "Il governo attuale ha arginato la corruzione – spiega Carlo Rezende, brasiliano in Italia da 17 anni –, Bolsonaro ha dato ausili a 38 milioni di poveri. Per quanto riguarda l’emergenza Covid, gli è stato semplicemente impedito di gestire la pandemia. Le sue decisioni sono state fatte esclusivamente per salvare l’economia".

Agnese Casoni