BEPPE BONI
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Kalashnikov e regia: i colpi della gang di Ocean’s Eleven

Gli assalti milionari dei cerignolani

Bologna, 12 dicembre 021 - Sono chirurghi del crimine, specialisti di rapine milionarie e altamente scenografiche che si tramandano competenze ed esperienza. Il marchio di fabbrica dei cerignolani, cioè i banditi di Cerignola in provincia di Foggia, si era intravisto fin dall’inizio nell’assalto, poi fallito, al portavalori sull’autostrada nei pressi di Modena l’estate scorsa. E’ una batteria di rapinatori considerata la quarta testa della mafia foggiana, un sodalizio criminale di nicchia che non compete con Camorra, Cosa nostra e ‘Ndrangheta, ma si è ritagliato l’esclusiva delle grandi rapine.

E’ gente preparatissima con master in assalti, dotata di un’organizzazione paramilitare, con soldati armati fino ai denti e pronti a sparare coi Kalashnikov. Sono banditi decisi e rapidi, cercano però di concludere le loro azioni senza spargere sangue e portandosi a casa milioni di euro. Alla lunga cambiano i volti e le identità, ma alla batteria cerignolana vengono attribuiti decine di colpi sparsi per l’ Italia. Nel mirino ci sono prevalentemente portavalori, poi banche, gioiellerie, caveau, aziende orafe.

I foggiani entrano in azione con task force di dieci, quindici uomini dove c’è chi agisce direttamente e a scalare una gerarchia di fiancheggiatori che si occupano della logistica del colpo. Ognuno ha un ruolo preciso e fra di loro si chiamano artisti, citando le imprese della banda guidata da George Clooney che nel film Ocean’s Eleven svaligiava i casinò di Las Vegas. I pendolari dell’assalto armato, divisi in più gruppi con vertice proprio hanno agito ovunque: Puglia, Marche, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana. Tre anni fa i cerignolani sconfinarono a Chiasso, in Svizzera. Dopo mesi di preparazione nascosti in un buen retiro nei boschi presero di mira il caveau di un’ azienda di preziosi. Andò male. Ma se il colpo è grosso, ci sono di mezzo loro, quelli di Ocean’s Eleven.