Calci torna a bruciare, la storia si ripete

Probabile origine dolosa: individuato il punto di innesco (in strada) dell’incendio. Al lavoro sull’identikit del responsabile

Migration

di Enrico Mattia Del Punta

Mentre brucia ancora l’inferno della Versilia, con l’incendio di Massarosa, che ha mandato in fumo finora 700 ettari, con 10 case bruciate e 500 sfollati, anche su Pisa si aprono numerosi fronti, mettendo a dura prova le capacità di reazione di tutte le forze in campo per arginare le fiamme. Quando sembrava che l’incendio su Filettole fosse sotto controllo, un altro fronte si è aperto su Calci in località Santa Lucia, quasi come una beffa.

Le fiamme sono divampate intorno alle 10 di mattina in territorio ‘vergine’, ovvero non interessato da anni da incendi e composto da pini marittimi, che producono una resina altamente infiammabile. In mattinata è stato individuato il punto di partenza del fuoco (la strada) e si propende quindi per l’origine dolosa dell’incendio. Gli uomini dell’Arma stanno lavorando su una serie di profili, mentre l’accensione sembra sia stata diretta. Al momento non sono state trovate tracce di alcun ordigno e sono in atto le ricostruzioni da parte dei carabinieri forestali con il supporto dei colleghi delle Stazioni locali.

Si cercano infatti testimonianze, si ricostruiscono gli orari confrontandoli con i passaggi delle auto da quelle strade ed eventuali riprese delle telecamere nella zona. "Ogni cinque anni è l’inferno di fuoco", borbotta uno dei volontari de ‘La Racchetta’, gruppo antincendio boschivo di Cascina. È la leggenda che gira tra volontari e vigili del fuoco, poiché in questo intervallo di tempo l’incendio colpisce periodicamente i monti pisani, come una maledizione che appesta queste terre. Ci siamo andati vicini, perché questa volta il ricordo è fissato a quattro anni fa, al maxi-rogo che ha distrutto 1148 ettari. L’incendio è stato prontamente domato dai 50 volontari dell’AIB, del personale comunale, del cantiere forestale e grazie all’intervento dell’elicottero regionale poi dopo dirottato su Filettole.

I danni: un ettaro e mezzo andato in fumo, anche se potevano essere molti di più, dato il terreno secco e le difficoltà nel reperire l’acqua. I laghetti per il pescaggio dell’acqua sono stati "fortemente provati" come si legge dalla pagina Facebook del comune di Calci. La siccità ha reso ancora più difficile il reperimento dell’acqua per le forze antincendio e le strade impervie hanno costretto l’utilizzo delle forze aeree, ma anche forze di terra con piccoli mezzi, che possono trasportare poche quantità d’acqua complicando ulteriormente le operazioni. Lo sforzo è stato tanto anche per chi il giorno prima si trovava sul fronte del fuoco di Massarosa. Sui social tanto è stato il tamtam di commenti che si rimbalzano tra un post e l’altro: "Grazie infinite alle squadre di professionisti e volontari a terra e per via aerea – scrive una utente sui social - un lavoro eroico come sempre, per giunta aggravato dalle temperature micidiali di questi giorni".

"Ieri notte eravamo a Filettole adesso siamo qua, stiamo bonificando l’area interessata dall’incendio – racconta Federico Delle Sedie presidente del gruppo volontari antincendio - una corsa contro il tempo da un fronte all’altro, ma noi non ci arrendiamo. Ora ci hanno chiamati nuovamente a dare il nostro aiuto alla comunità di Filettole. Sapevamo tramite l’indice di umidità del terreno diffuso dalla Regione di essere ad un livello di estremo pericolo, basta una scintilla per far propagare un incendio di grandi dimensioni".

La situazione si è infine stabilizzata nel primo pomeriggio con operazioni di bonifica che sono andate avanti per tutta la durata della notte. Anche nella giornata di oggi sono stati previsti presidi ed è stato organizzato il servizio ad hoc per riempire i laghetti del pescaggio dell’elicottero.