Napoli, pronto soccorso del Cardarelli troppo affollato: si dimettono in blocco 25 medici

Protocollato il preavviso: atto di protesta per denunciare la grave situazione nell'ospedale più grande del Mezzogiorno. Ciambrino (M5S): "Non è la metropolitana di Kiew"

Ciambrino (M5S): "Non è la metropolitana di Kiew" (foto Facebook)

Ciambrino (M5S): "Non è la metropolitana di Kiew" (foto Facebook)

Napoli, 4 maggi 2022  - Non possono più garantire l'assistenza adeguata ai pazienti e così i 25 medici in servizio nel pronto soccorso dell'ospedale "Cardarelli" di Napoli hanno protocollato questa mattina una lettera di preavviso di dimissioni.  Un atto di protesta per denunciare la grave situazione in cui versa il reparto di urgenza dell'ospedale più grande del Mezzogiorno. Nella lettera i medici sottolineano la grave situazione di sovraffollamento, dove i pazienti sono costretti ad aspettare ore prima di poter essere visitati. Nei giorni scorsi si sono registrati anche 170 accessi al pronto soccorso, con i malati sistemati su barelle senza il giusto distanziamento e senza il rispetto della privacy. 

Boom di accessi 

"Il loro - conferma Pino Visone, delegato aziendale Cardarelli della Fp-Cgil - è stato un atto di dignità compiuto da medici che non sono più in grado di svolgere il loro ruolo. Le dimissioni vengono tutte da medici del pronto soccorso del Cardarelli, già decimato dalle fughe. Almeno 80 medici sono andati via dal pronto soccorso del Cardarelli in pochissimi anni. E gli altri pronti soccorso della città sono tutti depotenziati o chiusi". Quella della Fp Cgil è un'azione provocatoria, che nasce con l'intento di accendere i riflettori su una situazione di difficoltà che si trascina da tempo.

"I medici - ha spiegato il delegato aziendale della Fp-Cgil - non sono più in grado di garantire lo svolgimento del lavoro per il quale sono stati assunti". Per risolvere le criticità, la direzione strategica ha annunciato azioni per favorire il trasferimento di pazienti verso altre strutture del territorio. "Siamo consapevoli del grande impegno dell'azienda, però spostare i pazienti stasera - ha commentato Visone - non risolve il problema. Li spostiamo stasera, e domani?".

La direzione: "Attivato ogni possibile provvedimento"

La Direzione strategica dell'Azienda ospedaliera "Antonio Cardarelli" di Napoli, in merito "all'iperafflusso che in questi giorni sta rendendo particolarmente impegnativa la gestione dei percorsi di pronto soccorso", rende noto di aver "attivato ogni possibile provvedimento atto a decongestionare il Dea e ripristinare in tempi brevi la normale attività".  Il direttore generale Giuseppe Longo spiega: "Ci siamo attivati sia nei riguardi della nostra organizzazione interna, con l'obiettivo di rendere possibile il maggior numero di trasferimenti dal Pronto Soccorso ai vari reparti, sia di concerto con la rete dell'emergenza territoriale 118 per favorire il trasferimento di pazienti verso altre strutture del territorio".   Obiettivo della Direzione strategica "resta sempre quello di consentire all'area di emergenza-urgenza del Cardarelli di proseguire in un'attività fondamentale per i bisogni di salute dei cittadini, anche in condizioni di pressione straordinaria. Siamo consapevoli dell'enorme lavoro che grava su tutto il personale, al quale va il nostro ringraziamento, e non smetteremo mai di impegnarci per fare in modo che questa Azienda ospedaliera sia sempre più attrezzata per fare fronte anche a situazioni di straordinario afflusso". 

Ciambrino (M5S): "Non è la metropolitana di Kiew"

Ieri 3 maggio, la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Campania Valeria Ciarambino ha postato su Facebook una foto del pronto soccorso del Cardarelli: "Non è la metropolitana di Kiev sotto i bombardamenti, ma - ha scritto l'esponente M5s - è il pronto soccorso del Cardarelli questa mattina. Una trincea di guerra in cui le vittime sono i pazienti, costretti in condizioni che non sono degne di un Paese civile, e gli operatori sanitari, quei pochi eroi che scelgono di restare a lavorare in una situazione drammatica qual è quella dei pronto soccorso, guadagnando lo stesso stipendio dei loro colleghi che lavorano in reparti "tranquilli", con attività programmate".