Caro energia, l’allarme delle società sportive. "Bollette raddoppiate"

Dopo l’ennesimo stop alle competizioni, i presidenti sono preoccupati per i costi insostenibili di luce e gas. "Così rischiamo di chiudere"

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Consumi in calo, bollette più che raddoppiate. E’ un momento delicatissimo quello che stanno attraversando le società sportive. Perché come se non bastasse l’ennesimo stop alle competizioni con cui fare i conti da tre anni a questa parte, adesso c’è pure la stangata del caro bollette. Ad essere aumentate sono sia quella del gas, ma soprattutto quella dell’energia che ha raggiunto prezzi completamente fuori mercato. Un esempio? Nel febbraio 2020 la Zenith Prato aveva consumato 10.300 kilowatt, per una bolletta dell’energia di 2.200 euro. Lo scorso mese di dicembre, invece, i consumi sono scesi a 9300 kilowatt, ma la bolletta è schizzata a 4.600 euro. Più del doppio nonostante la società sportiva abbia consumato di meno.

"Come si fa ad andare avanti così? – si domanda il vicepresidente della Zenith Prato, Enrico Cammelli -. Questi costi raddoppiati non sono stati preventivati nei bilanci societari, e soprattutto sono insostenibili. Non dimentichiamoci che veniamo da un durissimo periodo di pandemia e che nell’ultimo mese non abbiamo incassato nemmeno un euro perché le partite sono ferme. Quindi i costi fissi aumentano e le entrate non ci sono". Cammelli invoca un intervento da parte delle istituzioni sportive e cittadine. "Qui servono sgravi, agevolazioni o aiuti – aggiunge -. Questi sono colpi incredibili per i bilanci. Di questo passo dovremo fare i conti con brutte notizie per il mondo dello sport, perché così non si regge la gestione di un impianto".

L’allarme lanciato dalla Zenith Prato viene raccolto anche dalle altre società sportive pratesi. "Qui ci sarebbe una sola cosa da fare: chiudere – commenta Riccardo Gualchierani, direttore generale della Pietà 2004 -. Per il momento è arrivata la stangata dell’energia, adesso attendiamo quella del gas. Qui le bollette sono alle stelle, a calcio non si gioca fino a data da destinarsi, i rimborsi agli istruttori per gli allenamenti bisogna continuare a darli, qualcuno ci dica come dobbiamo fare per salvare i bilanci".

Il dirigente della Pietà 2004 chiede alle istituzioni di fare in fretta. "Le società sono in ginocchio – sottolinea -. Se non si riparte velocemente, qui diventa davvero dura restare aperti". Ad appoggiare la battaglia di presidente e dirigenti sportivi c’è anche il numero uno dell’Acu Grignano, Fabio Gori, mentre il presidente de La Querce, Vinicio Nucciarelli annuncia il rischio chiusure. "Tutti i mesi ci sono fra i 4.000 e i 5.000 euro di utenze da pagare - sottolinea -. Nel frattempo non si incassa un euro fra partite ferme, zero biglietteria e bar che non ha clientela. Se non si trova una soluzione a breve ci saranno tante notizie negative a giugno. Anche perché non si può continuare a rimetterci soldi di tasca propria pur di non chiudere l’impianto. La situazione è insostenibile, le istituzioni devono studiare qualche contromossa. E devono farlo in fretta".

L’altra preoccupazione delle società sportive riguarda la ripresa dell’attività. Lo stop imposto dalla Figc nazionale, infatti, parla di sospensione delle partite almeno fino a fine mese, ma la sensazione è quella che possa essere prorogato. "Negli ultimi due anni si è giocato a calcio per otto mesi - conclude Gualchierani -. Adesso ne perdiamo altri duetre. Le iscrizioni e i tesseramenti però li abbiamo regolarmente pagati. Per non parlare delle visite mediche dei calciatori colpiti dal covid che non sono state ancora sbloccate. Qui siamo arrivati davvero all’assurdo".

Stefano De Biase