Ucraina, russi a 25 km da Kiev. Presa centrale nucleare. Mosca blocca Facebook e Twitter

Non giorno di guerra. Scambio di accuse sull'attacco al sito nucleare. Kiev: "Rischiata fine dell'Europa". Mosca: "Una messinscena". Nato: "Nei prossimi giorni sarà peggio". Oltre 1,2 milioni di profughi. Bombardata centrale elettrica di Okhtyrka. Media: "Cento persone potrebbero trovarsi sotto le macerie delle case a Borodyanka". Bombardamento vicino alla capitale: 5 morti, tra cui 3 bambini. Zelensky pubblica video per smentire fuga

Roma, 4 marzo 2022 - Nono giorno di guerra in Ucraina tra ipotesi di nuovi colloqui e paura nucleare. Questa volta non per il possibile uso di armi atomiche, ma perché sotto attacco russo è finita la centrale di Zaporizhzhia a Energodar, la più grande d'Europa. Il sito sarebbe stato colpito durante i combattimenti, le immagini rilanciano l'incendio che è divampato nella notte (poi domato). "Se la notte scorsa ci fosse stato un incidente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, sarebbe stato 6 volte più potente di quello di Chernobyl nel 1986 - ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un intervento video - Questa notte avrebbe potuto essere la fine dell'Europa". Immediata la replica di Mosca: secondo il ministero della Difesa l'incendio non sarebbe stato provocato da un attacco russo ma sarebbe da imputare a una "gravissima provocazione dei nazionalisti ucraini".  Intanto il direttore generale Aiea, l'agenzia dell'Onu per l'energia atomica, Rafael Mariano Grossi, si è detto "pronto ad andare a Chernobyl", nell'ex centrale dove ci sono al momento "problemi tecnici" nel monitoraggio dei livelli di radiazioni.

La centrale nucleare di Zaporizhzhia (Ansa)
La centrale nucleare di Zaporizhzhia (Ansa)

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Le forze russe sono ancora a 25 chilometri a nord dal centro di Kiev, mentre si trovano ad una decina dal centro di Chernihiv e Kharkiv. Lo affermano fonti del Pentagono, sottolineando che 10 chilometri "vale a dire che si trovano alle porte della città", vista la loro estensione. Cinque persone sono rimaste uccise, di cui tre bambini, in un bombardamento avvenuto nel pomeriggio sul villaggio di Markhalivka, nella regione della capitale, informa il Servizio statale per le emergenze ucraino, aggiungendo che una donna potrebbe essere ancora sotto le macerie.

L'offensiva di Mosca quindi non si placa: almeno 47 persone sono morte sotto i bombardamenti a Chernihiv, circa 140 km a Nord della capitale. Secondo il presidente del Consiglio regionale di Kharkiv, Sergey Chernov, le vittime civile sono almeno 2mila, tra cui anche bambini.

Circa 100 persone potrebbero trovarsi sotto le macerie delle case a Borodyanka, nella regione di Kiev, secondo l'emittente statunitense Radio Liberty/Radio Free Europe. La cittadina, a pochi chilometri da Kiev, è stata devastata dai bombardamenti russi anche se l'esercito ucraino è riuscito a respingere l'avanzata russa.

Invece il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha denunciato casi di donne violentate nei territori occupati dall'esercito russo.

In serata -  riporta l'agenzia russa Interfax - l'autorità russa per le comunicazioni ha annunciato il blocco di Facebook in Russia.

Militari ucraini a Kiev (Ansa)
Militari ucraini a Kiev (Ansa)

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Nuovi colloqui nel weekend

Il terzo round dei colloqui tra Russia e Ucraina, annunciato per l'inizio della prossima settimana, potrebbe essere anticipato a domani o dopodomani. L'ipotesi trova riscontro sia nelle parole di Mikhaylo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sia in quelle di Vladimir Putin al cancelliere tedesco Olaf Scholz.

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"Zelensky fuggito", ma Kiev smentisce

E mentre si susseguono i videomessaggi di Zelensky, da Mosca si continua a sostenere che sia fuggito. Su Telegram il presidente della Duma (la Camera bassa del Parlamento russo, ndr), Vyacheslav Volodin, ha scritto che si trova in Polonia. Immediata la risposta ucraina, sempre su Telegram. "Gli occupanti hanno diffuso un altro falso - scrive la 'Rada', il canale televisivo ufficiale del parlamento ucraino -. Non è vero, il presidente è Kiev con la sua gente". E in serata Zelensky in un breve video girato nelle stanze del palazzo presidenziale smentisce le voci: "Nessuno è scappato da nessuna parte".

Nato: prossimi giorni sarà peggio

"Questa è la peggiore aggressione militare da decenni, con città, scuole, ospedali, edifici residenziali bombardati, attacchi alle centrali nucleale. I giorni che verranno probabilmente saranno peggiori, con più morti e più distruzione", ha detto oggi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa dopo la riunione con i ministri degli Esteri al quartiere generale dell'Alleanza atlantica di Bruxelles. Tuttavia, ha spiegato, "non ci sarà una 'no flight zone', non andremo in Ucraina né via terra né via aerea, perché vorrebbe dire coinvolgere milioni di europei nel conflitto, e questo non è quello che vogliamo". "La nostra principale responsabilità" come Nato - ha aggiunto - "è di proteggere e difendere un miliardo di persone che vivono nei 30 Paesi alleati e lo stiamo facendo rafforzando la nostra presenza nella parte orientale dell'Alleanza e mobilitando per la prima volta la Nato Response Force, ma non saremo parte del conflitto con la Russia in Ucraina". "Abbiamo constatato l'uso di bombe a grappolo e ci sono state notizie dell'uso di altro tipo di armi che sarebbero in violazione del diritto internazionale", ha concluso Stoltenberg.

Cosa è successo a Zaporizhazhia

All’1.29 le agenzie avevano battuto l’allarme del sindaco di Zaporizhazhia, nel sud-est dell’Ucraina. Dmitry Orlov, sul suo account Telegram aveva scritto: “Come risultato del continuo bombardamento nemico di edifici della più grande centrale nucleare d’Europa, la centrale nucleare di Zaporiya è in fiamme”. L’impianto si trova nei pressi di Energodar, sulle sponde del bacino idrico di Kachovka sul fiume Dnepr. Il sito sarebbe stato colpito da un missile. Sono state ore di panico, poi sono arrivate le prime rassicurazioni. Incendio sotto controllo e livello di radiazioni “nella norma”, ha comunicato all'alba l’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’Onu in un tweet. Il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, ha ribadito: i reattori non sono stati coinvolti dall'incendio, nessuna fuoriuscita di radiazioni. Anche l'autorità ucraina per l’energia nucleare ha assicurato che non c’è stata fuga di radiazioni e fatto sapere che il bilancio dell'attacco è di tre soldati ucraini morti e due feriti, uno è in condizioni critiche.

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La centrale nucleare di Zaporizhzhia colpita dall’attacco russo si trova nel Sud dell’Ucraina, a Energodar: è la più grande in Europa e fra le dieci più grandi del mondo. Di proprietà dell’azienda nazionale ucraina Energoatom, che gestisce la produzione di energia nucleare nel Paese, è una delle quattro centrali nucleari attive. La sua produzione è in grado di raggiungere 42 miliardi di kWh di elettricità, pari a circa il 40% dell’elettricità generata complessivamente da tutte le centrali nucleari ucraine e a un quinto della produzione annuale di elettricità in Ucraina. Operativa dal 1984, la centrale occupa un’area di 104,7 ettari sulle rive del bacino idrico di Kakhovka, nella steppa, vicino alla centrale termoelettrica di Zaporozhe. È composta da sei reattori ad acqua pressurizzata costruiti nel periodo compreso fra il 1984 e il 1995, con una capacità elettrica lorda di 1.000 MegaWatt ciascuna (VVER-1000), progettati per una vita operativa di 30 anni. Fra il 2019 e il 2021 quattro dei sei reattori hanno subito un fermo programmato dell’attività per consentire il passaggio al nuovo fornitore del combustibile nucleare, l’azienda americana Westinghouse

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"Duemila civili morti"

"I civili uccisi" nella guerra in Ucraina "si contano nell'ordine delle migliaia di persone" e le autorità della regione di Kharkiv hanno contato che "oltre duemila persone sono state uccise e oltre cento bambini sono stati uccisi o feriti. Ogni ora ci sono altre vittime e altri edifici vengono distrutti" tra questi "scuole, centri culturali e universita'". Lo ha dichiarato Sergey Chernov, presidente del Consiglio regionale di Kharkiv, nel nordest del Paese, nel Summit europeo delle regioni e delle città organizzato dal Comitato europeo delle regioni a Marsiglia. "Abbiamo organizzato un centro di coordinamento per le persone sfollate nella zona Est dell'Ucraina" e "stiamo distribuendo medicine mentre contrattacchiamo le forze russe", ha aggiunto il politico locale. "La situazione è terribile, siamo stati bombardati e la gente sta finendo il cibo e l'acqua", ha sottolineato Chernov.

Missili e scontri

Ma intanto la diplomazia cede il passo a missili, bombardamenti e scontri a fuoco non solo nelle città ma anche, appunto, attorno agli obiettivi strategici segnati in rosso (forse da tempo) sulle ‘mappe’ russe. Come la centrale di Zaporizhzhia che genera all’incirca la metà dell’elettricità prodotta da Kiev da fonte nucleare e oltre un quinto dell’elettricità totale che produce l’Ucraina. L’impianto produce 40-42 miliardi di kWh, che rappresentano un quinto della produzione media annua di elettricità in Ucraina e quasi il 47% dell’elettricità generata dalle centrali nucleari del Paese. Nel 1980 iniziò la costruzione graduale delle unità di potenza dell’impianto. Tra il 1984 e il 1987 sono stati messi in funzione quattro propulsori.

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Distrutta centrale termoelettrica

Intanto arriva la notizia che è stata distrutta dai bombardamenti russi la centrale termoelettrica di Okhtyrka, nel Nord Est dell’Ucraina. Lo riferisce il presidente della regione di Sumy, Dmytro Zhyvytsky. “La sala macchine è stata completamente distrutta, in città non c’è né riscaldamento né elettricità", ha riferito Zhyvytsky su Telegram, “stiamo cercando di risolvere il problema dell’evacuazione urgente della popolazione, perché tra un giorno i palazzi residenziali si trasformeranno in gelide trappole di pietra senza acqua, luce ed elettricità”. Al momento, ha avvertito Zhyvytsky, non ci sono corridoi umanitari che consentano di far uscire i residenti dalla regione. 

Profughi: 1,2 milioni già fuggiti

E sono oltre 1,2 milioni le persone fuggite dall'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa. Il numero dei profughi, reso noto dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati, è aumentato di 171.000 persone rispetto a ieri, per un totale a oggi di 1.209.976 rifugiati. L'Onu stima che quattro milioni di persone potrebbero voler fuggire dal Paese.