Chi organizza spettacoli dice sì al Green pass

Sono un manager di una agenzia di eventi. Inizieremo un tam tam sui social e in sicurezza per le strade contro chi impedisce un dialogo con le istituzioni. Mettere a rischio la sicurezza della salute pubblica ci riporta su una via senza uscita. Chi, in modo manifesta senza mascherine calpesta il dolore delle famiglie delle vittime del Covid. Gli anti vaccino dimenticano i sanitari che hanno lavorato per garantirci la salute. Io dico sì Green pass. Mauro Merlino Risponde il condirettore de 'Il Resto del Carlino' Beppe Boni Finalmente qualcuno che protesta a favore del Green pass e che ha voglia di innescare un movimento di piazza (social e senza affollamenti) per stimolare l’orgoglio dei Sì vaccino - Sì pass - No virus. Di questi tempi l’orgoglio vaccinale è il benvenuto ed è di buon auspicio. Se un manager di una agenzia di eventi ritiene che la Carta verde possa essere la via giusta, se non proprio la strada ottimale, per uscire dalla Selva oscura dantesca dei contagi significa che anche da parte degli operatori dello spettacolo il fronte del No tutto non è poi così compatto e che si può riflettere in base ad un ragionamento di convenienza e di costi - benefici. Sarebbe meglio non dover circolare con il passaporto vaccinale in tasca, ma di questi tempi è la soluzione più conveniente che tutela la salute e consente agli operatori economici di ogni genere di garantire un accesso sicuro ai locali o agli eventi. A volte nelle situazioni di emergenza un Governo deve adottare scelte in parte impopolari che non possono accontentare tutti. E chi vive e lavora in una comunità organizzata a volte è obbligato a rispettarne le regole anche se scomode. E speriamo temporanee. Tutti i discorsi di principio sulla dittatura sanitaria, sulla mancanza di libertà e altre amenità del genere hanno sempre meno presa sui cittadini. Le manifestazioni No mask, No vaccini, No pass sono sempre meno frequentate. E questo è un segnale. beppe.boni@ilcarlino.net