Ciclisti tra severità e buonsenso

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 2 dicembre 2022 - Non passa giorno che non ci sia notizia di ciclisti morti perché investiti. Quand'è che le autorità si decidono a mandare agenti sulle strade per verificare se questi utenti adottano i mezzi di segnalazione prescritti, che potrebbero salvarli? Senza contare che i ciclisti, a loro volta, sono un pericolo per i pedoni che, attraversando, non li vedono arrivare. Un esempio. A Bologna, in via Andrea Costa vicino allo stadio, all'imbrunire, il 90% dei ciclisti non ha il fanale o non lo ha acceso e non c'è mai un vigile che controlli. Perdete 10 minuti e contate quanti ne passano.

Giuseppe Bonfigli

Risponde Beppe Boni

Antico dubbio: sono più indisciplinati gli automobilisti o i ciclisti, soprattutto quelli urbani? È una domanda difficile a cui dare risposta numeri alla mano. A Bologna ogni anno vengono elevate circa 500 sanzioni a ciclisti indisciplinati. Molte o poche? Il numero è alto ma rispetto a chi pedala nei centri urbani e commette infrazioni forse non è da record. È vero però che in centro le bici sfrecciano ovunque, sotto i portici, contromano, sui marciapiedi. Qualche controllo in più non guasta anche se è comprensibilmente difficile monitorare l'esercito dei pedali. Dunque bisogna utilizzare più strumenti preventivi compresa una segnaletica maggiormente incisiva, più visibile e diffusa per avvertire i ciclisti su ciò che è permesso e su ciò che è vietato anche se in molti frangenti dovrebbe essere un concetto ovvio. La severità va applicata soprattutto con le auto dato che queste possono provocare incidenti gravi, avvertono le associazioni che tutelano le due ruote. Vero, per carità, ma se un automobilista deve sborsare multe pesanti per una infrazione di appena 5 km di velocità la regola della severità deve valere anche per le bici che sfrecciano sotto i portici mettendo in pericolo soprattutto i pedoni anziani. I comuni incentivano l'uso della bicicletta in vari modi, piste ciclabili comprese (molte inutili). In Emilia Romagna è attivo il progetto “Bike to work”. Destinatari di contributi (20 centesimi a km per  un massimo di 50 euro al mese) sono i lavoratori delle aziende pubbliche o private che aderiscono al bando regionale. Il progetto è attivo a Bologna, Carpi, Reggio Emilia, Rimini a Bologna. Generalizzando un po', anche ai ciclisti metropolitani però è richiesto più buonsenso.

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