Crisi Ucraina, la Nato: "Ritiro truppe russe? Vogliamo le prove". Ecco cosa dicono gli 007

Jens Stoltenberg: "Finora non vediamo alcuna de-escalation". E intanto in Ucraina si celebra la festa dell'Unità nel giorno ipotizzato del possibile attacco da parte di Mosca

Sulla crisi Ucraina continua l'altalena tra segnali di speranza e timori, tra l'auspicata de-escalation e il rischio di una guerra. La Nato ha "sentito" le aperture della Russia verso un'uscita diplomatica dalla crisi Ucraina, ma "finora non abbiamo visto alcuna de-escalation sul terreno. Al contrario, vediamo un accumulo di truppe" e "non abbiamo ricevuto risposte al documento scritto" che è stato mandato a Mosca. Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, a margine della ministeriale Difesa della Nato a Bruxelles.  "Finora - prosegue - non vediamo alcuna de-escalation: stiamo monitorando. Se inizieranno davvero a ritirare truppe, la cosa sarà benvenuta, ma bisogna ancora vedere" se lo faranno davvero. "Hanno sempre spostato le truppe avanti e indietro, ma l'equipaggiamento" resta sul posto e "la tendenza nelle ultime settimane e mesi è di un aumento" della presenza militare ai confini con l'Ucraina. "La Russia conserva la capacità di condurre una vera e propria invasione dell'Ucraina, senza alcun preavviso".  "Quello che vediamo - aggiunge Stoltenberg - è una presenza militare molto forte" ai confini con l'Ucraina, "ma anche un'occasione per la diplomazia. Monitoriamo attentamente la situazione". Pertanto alla Nato "lavoriamo duramente per l'esito migliore, ma siamo preparati per il peggiore, un'invasione dell'Ucraina" da parte delle truppe russe, conclude.

Giorno di festa 

Festa allo stadio per il giorno dell'Unità nazionale
Festa allo stadio per il giorno dell'Unità nazionale

Intanto per l'Ucraina Ucraina: si celebra la Giornata dell'unita' nazionale. Giro di campo con la bandiera allo stadio di Kiev, nel giorno in cui si temeva l'invasione russa.

Le forze in campo

Lanciarazzi russi
Lanciarazzi russi

Le esercitazioni nella regione di Smolensk e in tre regioni confinanti con l’Ucraina Voronezh, Belgorod e Bryansk – erano iniziate lo scorso 11 gennaio, secondo quanto annunciato dallo stesso ministero della Difesa russoha riferito che nella regione di Smolensk e in tre regioni confinanti con l’Ucraina – Voronezh, Belgorod e Bryansk – sono iniziate le esercitazioni con la partecipazione di circa tremila militari e 300 unità di equipaggiamento militare, armi leggere standard. Le intelligence occidentali dicono si che vi siano 100mila soldati russi molto vicini alla frontiera con l’Ucraina con mille tank e 4mila veicoli blindati. Equipaggiati e addestrati in modo da avanzare alla massima velocità, eliminando qualsiasi resistenza con il sostegno dal cielo di elicotteri e cacciabombardieri. Inoltre i 100 milasoldati possono raddoppiare in due giorni e triplicare in una settimana: la Russia è ancora un paese enorme ma ha molte più strade e ferrovie che in passato e anche aerei per trasportare in poche ore mezzi militari e uomini. La vastità della frontiera da cui potrebbe partire l’attacco, considerando anche quella con la Bielorussia, è un elemento di ulteriore instabilità. In particolare, vengono trasportati nelle regioni occidentali russe camion militari, cisterne di rifornimento carburanti, carri armati, autoblindo, lanciarazzi campali multipli e sistemi missilistico antiaerei.