Tampone rapido o fai da te: costi ed efficacia

Da 5 a 20 euro per il kit casalingo. Gli esperti: rischio di falsi negativi. Spendiamo 12,7 milioni al giorno per i test

Farmacia, code per il tampone (Germogli)

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È caccia al tampone per le cene e i pranzi di Natale per sentirsi sicuri dal rischio Covid. E se è aumentato il numero degli italiani in coda per sottoporsi ai test antigenici eo molecolari – solo mercoledì calcola il Codacons sono stati effettuati complessivamente in Italia 852mila tamponi per una spesa di 12,7 milioni - l’allarme prezzi e scorte riguarda soprattutto i kit fai da te. Il test domestico non tracciabile, e quindi non riconosciuto al lavoro o dove viene richiesta la negatività al virus, venduto non solo nelle farmacie ma anche nei supermercati e online, che ha visto negli ultimi giorni, com’era successo con le mascherine all’inizio della pandemia, scendere in campo la speculazione.

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Così dai circa 5 euro a confezione – prezzo ancora oggi praticato per esempio dai corner salute della Coop ma non in tutti i supermercati si trovano i kit nasali eo salivari –, il prezzo sale a 9-10 nelle farmacie ma c’è chi, anche online, arriva fino quasi al doppio.

Conseguenza di approvvigionamenti in questi giorni più difficili, ricorda Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, e di acquisti anche di 5-10 test alla volta per chi sta per mettersi in viaggio per le Festività. E se a Milano si trovano ancora – un po’ a fatica – a Bologna i test casalinghi, avverte Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia Romagna, sono quasi introvabili nelle farmacie.

Essendo test antigenici, i kit domestici hanno una buona affidabilità, ma in alcune circostanze possono dare un falso negativo, con il rischio che un individuo infetto risulti comunque negativo. Per il test rapido, sempre antigenico, invece, il prezzo concordato con il governo è di 15 euro (8 per i minorenni) e tale è rimasto in 14mila farmacie italiane.

Così il segretario generale di Federfarma, Roberto Tobia, respinge con forza le accuse di rincari dei tamponi denunciati dal Codacons. Ma in tempo di corsa ai test i prezzi salgono e, al di fuori del canale concordato, si possono arrivare a pagare anche 20-30 e 50 euro per i tamponi antigenici rapidi mentre per i molecolari – per cui non esiste ancora un prezzo imposto e vengono effettuati da centri medici e laboratori – si può passare da 50 euro a 80-100 e anche oltre. "Per questo – avverte Isabella Mori, responsabile del servizio di tutela di Cittadinanzattiva – il governo, con le nuove misure per frenare la diffusione dei contagi con la variante Omicron, dovrebbe imporre un prezzo concordato anche per i test molecolari". E nella scelta del tampone, aggiunge Katia Accorsi, presidente di Assodiagnostici di Confindustria Dispositivi medici "è importante optare per prodotti di comprovata accuratezza e affidabilità".

Con un mercato in grado di soddisfare la domanda "nonostante in questi giorni potrebbe esserci qualche rallentamento causato dallo straordinario aumento delle richieste". Con prezzi speculativi o meno, quello dei tamponi sta diventando un affare d’oro con una spesa da parte degli italiani – soprattutto i non vaccinati – di mezzo miliardo di euro all’anno tra rapidi e molecolari.

Un boom che, secondo Iqvia, provider globale di dati, analisi, consulenza e tecnologie nell’ambito sanitario, ha visto solo a novembre un milione e 58mila tamponi somministrati in farmacia, contro i 148mila di gennaio, per un valore di quasi 30 milioni rispetto a 17,7. In testa il Piemonte con 8,18 milioni di euro seguito da Sicilia (4,13) e Campania (3,94) mentre la spesa per i tamponi in farmacia dei lombardi è stata di 1,75 milioni, 1,2 per i toscani, 1,13 per gli emiliani e 596mila euro in Umbria. La farmacia dei servizi, spiega Sergio Liberatore, ad di Iqvia Italia "ha avuto una grande spinta dalla pandemia, tuttavia il solo servizio non è economicamente sostenibile per un farmacista, anche se i servizi sono importanti strumenti di fidelizzazione". Farmacie che nei 15 euro devono tenere conto di tutti i costi che sostengono, dalle mascherine al personale ai locali, sottolinea Tobia, e che effettuano circa due terzi dei tamponi rapidi giornalieri.