Fontana, Moratti e Sala: più partite nella partita

di Massimiliano Mingoia MILANO La prima notizia sui collegi uninominali milanesi alle elezioni politiche arriva alle 23.16, poco dopo la chiusura dei seggi, grazie a un Instant Poll Quorum/Youtrend:...

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Giambattista Anastasio

MILANO

Gli spettatori interessati alla partita questa volta sono più del solito. A destra come a sinistra. A Palazzo Lombardia ma anche a Palazzo Marino. Più che una cartina di tornasole, l’esito di queste elezioni Politiche costituisce una mappa per ri-orientarsi, ri-discutere scelte, cambiare direzione. Il tonfo leghista rischia di far mancare la terra sotto i piedi al governatore lombardo uscente, Attilio Fontana, e alle sue ambizioni di ricandidarsi nel 2023. Una ricandidatura che Fratelli d’Italia ha messo in forse già prima che si aprissero le urne: nei giorni scorsi Ignazio La Russa ha sottolineato come la mancata riconferma di Nello Musumeci in Sicilia abbia fatto saltare l’automatismo che ha fin qui protetto gli uscenti. Se contro la Lega, ora, dovessero giocare anche i numeri, se la leadership di Matteo Salvini nel centrodestra dovesse venir meno, il primo a pagare potrebbe essere proprio Fontana. I meloniani, a quel punto, potrebbero seguire due strade e nessuna di questa passa da Fontana.

Il candidato governatore del centrodestra potrebbe essere Letizia Moratti, oggi vicepresidente (altra spettatrice interessata della partita), le cui mire per Palazzo Lombardia sono state fin qui osteggiate da Salvini, oppure un leghista che si ponga come soluzione di compromesso e non sia né Fontana né un salviniano: Giancarlo Giorgetti. In questo caso al governatore uscente sarebbe garantita la candidatura alle supplettive per il collegio uninominale di Sondrio della Camera dei deputati, lasciato libero dallo stesso Giorgetti. Non è finita, però. Nel caso in cui Letizia Moratti finisse disarcionata dal centrodestra potrebbe valutare l’opzione Terzo Polo: decisivo sarà, anche in questo caso, l’esito delle Politiche, quindi il consenso riscosso dal duo Carlo Calenda (Azione) e Matteo Renzi (Italia Viva).

Un fattore , questo, al quale guardano anche da sinistra. Carlo Cottarelli, sul quale il Pd vuole puntare come candidato governatore, e lo stesso Pd lombardo decideranno la strategia delle Regionali una volta realizzato quanto consenso ha il Terzo Polo e a chi ne sottrae, nonché quanto consenso ha il centrodestra e quanto ne rimane da conquistare per rendere il più possibile competitiva la partita o il più onorevole possibile la sconfitta. Il risultato del Terzo Polo interessa da vicino anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, perché è stato uno degli artefici dell’alleanza tra Pd e Impegno Civico di Luigi Di Maio, esattamente l’alleanza che ha provocato la rottura tra i Dem e Calenda. Senza contare che un governo nazionale di centrodestra sommato ad un governo regionale di centrodestra rischiano di rendere complicato il lavoro di Sala come sindaco. Infine i 5 assessori regionali candidati a Camera o Senato: Riccardo De Corato, Fabrizio Sala, Raffaele Cattaneo, Melania Rizzoli, Lara Magoni. Non spettatori interessati alla partita, ma veri giocatori.