Farmacie, boom di tamponi per il green pass

Crescono le richieste: c’è chi programma tre test-antigenici a settimana pur di non vaccinarsi. E chi chiede "pacchetti-sconto"

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di Michele Nucci

Ci sono farmacie che offrono pacchetti-sconto per fare i tamponi veloci. Oppure no-vax che chiedono tariffe ridotte. Con gli antigenici che adesso iniziano a scarseggiare. Mancano meno di dieci giorni all’obbligo del green pass per lavoratori pubblici e privati e come già visto e scritto più volte non c’è stato alcun boom nelle vaccinazioni. Al contrario, il fenomeno che sta prendendo piede anche in Umbria è quello dell’aumento del numero dei tamponi antigenici sia nelle farmacie che nei laboratori privati.

A farne anche a tre a settimana sono intanto quelle categorie per le quali c’è già l’obbligo del certificato verde come tutto il personale scolastico e universitario. "Sì, è vero – conferma Silvia Pagliacci, presidente di Federfarma-Perugia – c’è una clientela, uno zoccolo duro che ha deciso di non vaccinarsi e che si sottopone al tampone con una certa frequenza". Fino ad agosto un tampone veloce costava 22 euro, adesso proprio per la questione green-pass si è scesi a 15 euro, con i bambini al di sotto dei 12 anni che possono farlo gratis in Umbria.

Insomma, una spesa di 120-150 euro mensili è assicurata per chi vuole continuare a non vaccinarsi e non essere sospeso dal posto di lavoro. "C’è in effetti qualche farmacia che fa pagare un po’ di meno a chi concorda tamponi per due o tre volte a settimana, questa notizia è arrivata anche a me – continua la dottoressa Pagliacci –. Certo, quello concordato a livello nazionale (22 euro, di cui 7 rimborsati alla farmacia) è un prezzo giusto quando la prestazione è affidabile, poiché servono professionalità, sanificazione e cambio di camice per ogni cliente e così via. Insomma, i costi ci sono".

Certo le farmacie provano anche a convecere i no-vax a cambiare opinione. "Abbiamo fatto circa 1.350 vaccini e non sono pochi come pensa qualcuno – precisa la rappresentante di Federfarma –, perché ci è stata assegnata una categoria come il Johnson mono-dose, per la fascia 60-79 anni che era già ampiamente sotto copertura. Dunque, le inoculazioni che abbiamo effettuato sono arrivate al termine di opere di convincimento importanti verso i nostri clienti. E tutto ciò anche con la collaborazione dei medici di meicna generale".

Ora serpeggia una certa preoccupazione per l’arrivo del 15 ottobre. "Sì – conclude –, perché i tamponi iniziano a scarseggiare. Molte strutture si stanno approvvigionando: si prevede infatti un forte aumento dei test". Ieri intanto manifestazione al Broletto del Fronte del Dissenso (foto) che chiede che vengano riviste le cure domiciliari e dice no all’obbligo del green pass.