Gran Bretagna, Johnson apre tutto e replica: "Dai diktat alla responsabilità personale"

L'Oms attacca però l'allentamento delle restrizioni in vigore dal 19 luglio. "Serve prudenza". Il 90% della popolazione ha gli anticorpi ma i contagi salgono

Con la mascherina sui mezzi

Con la mascherina sui mezzi

Londra - La Gran Bretagna apre tutto, nonostante la circolazione della variante Delta, ma il premier Boris Johnson difende la propria scelta. Con una tesi: “I vaccini proteggono al 90% dal rischio di essere ricoverati” per Covid e “entro il 19 luglio a tutti gli over 40 anni sara’ stata offerta la seconda dose del vaccino”, dice  Johnson, intervenendo al question time alla Camera dei Comuni in merito alla riapertura totale e all’ultimo allentamento delle restrizioni che il governo ha deciso e che entrera’ in vigore a partire dal 19 luglio. “Continuero’ ad avere un approccio “equilibrato” e “ragionevole”, ha aggiunto Johnson difendendosi dalle accuse del leader dell’opposizione, Sir Keir Starmer

Sulla questione interviene anche l'Oms, che di fatto mette all'indice la scelta inglese. Serve "estrema prudenza" relativamente alla revoca delle restrizioni anti Covid perche' la trasmissione del virus rischia di crescere a prescindere dagli alti tassi di vaccinazione. Lo ha detto in una conferenza stampa il direttore Oms per le emergenze, Michael Ryan. Ma il premier britannico non accenna  a fare passi indietro.

“Per la gente e’ buon senso indossare una mascherina nella metropolitana”, dice Johnson, difendendo in parlamento la decisione del governo di riaprire tutto a partire dal 19 luglio e di revocare l’obbligatorieta’ della mascherina. Rispondendo nel corso del question time al leader dell’opposizione, Sir Keir Starmer, l’inquilino di Downing Street ha sottolineato che vuole “passare da un diktat legale alla responsabilita’ personale”. Il punto di partenza è nei numeri. Il 90% dell’intera popolazione residente nel Regno Unito ha ormai gli anticorpi del Covid malgrado il rimbalzo dei contagi alimentati dalla variante Delta e i problemi perduranti legati alle infezioni prolungate. Lo certificano le stime dell’Office for National Statistics (Ons), calcolate sulla base degli ultimi test.

Il dato - positivo in vista della scommessa sull’uscita pressoché totale delle restrizioni programmata dal governo di Boris Johnson dal 19 luglio e legato ai progressi d’una campagna record di vaccini - indica una quota dell’89,7% in Inghilterra, di oltre il 91% in Galles e quasi l’85% in Scozia e Irlanda del Nord. La percentuale fa riferimento alla «popolazione adulta» oltre i 16 anni in un Paese dove la campagna vaccinale di massa è stata estesa in queste settimane fino agli over 18 e ha raggiunto quasi quota 80 milioni di dosi somministrate. Il calcolo è il frutto di uno studio a vasto raggio, proiettando sulla generalità del Paese le indicazione ricavate dall’esito di centinaia di migliaia di tamponi. 

In tutte e quattro le nazioni del Regno, si legge nell’introduzione, «si riscontra una chiara correlazione tra le vaccinazioni» e il progresso nel numero dei «test positivi agli anticorpi del Covid». Anche se «l’individuazione degli anticorpi non rappresenta da sola una misura precisa della protezione immunitaria» garantita dai vaccini. Nel Regno Unito, intanto, si conferma per ora un elevato livello di efficacia degli antidoti AstraZeneca e Pfizer per limitare l’incremento dei ricoveri negli ospedali e dei decessi in proporzione a quello dei contagi generali innescati nuovamente al rialzo dall’aggressiva variante Delta importata dall’India.