Il governo chiama Gkn alle trattative. "I 422 non sono pacchi da scaricare"

Telefonata tra ministro Orlando e proprietà: "Devono rispettare la legge e avviare il confronto con le parti sociali"

Tre ex presidenti della Regione (Rossi, Martini e Chiti) col sindaco di Campi Fossi

Tre ex presidenti della Regione (Rossi, Martini e Chiti) col sindaco di Campi Fossi

Firenze, 13 luglio 2021 - Il governo c’è nella vertenza Gkn. Speranze di retromarcia della proprietà vicino allo zero. Di avviare gli ammortizzatori sociali sì. Ma non si va oltre. Doccia gelata dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: "Purtroppo è inevitabile che queste cose accadano, però non possono accadere in questo modo, perché noi abbiamo in mente di fare il West, non il Far West".

Qualche luce in fondo al tunnel l’accende il ministro del Lavoro Andrea Orlando: "Ho parlato con la rappresentanza italiana del gruppo Gkn e ho chiesto che sia scrupolosamente seguita la garanzia prevista dalla legge 223/91, quindi l’avvio del confronto con le parti sociali. I vertici dell’azienda mi hanno dato garanzia". "Questo non fa venir meno la preoccupazione, aggiunge, ma è essenziale avviare il confronto e avere un luogo dove cercare di modificare la scelta dell’azienda".

La prima verifica a breve: è stata convocata per giovedì a Roma una riunione. La regia è della viceministra allo Sviluppo Economico Alessandra Todde: il tavolo prevede la partecipazione del ministero del Lavoro e della rappresentanze sindacali ("Ci troviamo di fronte a fondi a cui non importa niente né di Draghi, né di Bonomi né di Landini che licenziano per andare a produrre da un’altra parte" ha detto Francesca Re David, segretaria della Fiom-Cgil), della Regione Toscana e del sindaco di Firenze Dario Nardella. Sono stati chiamati al confronto, da cui dovrebbe scaturire anche la strada per individuare gli ammortizzatori sociali, i rappresentanti di Gkn Firenze, Gkn Automotive e Melrose (il fondo proprietario della Gkn).

La trattativa si presenta molto difficile, è chiaro. "Il governo deve assicurare la giusta mediazione tra le parti e prendere posizione quando una delle parti viola i principi di base delle relazioni industriali - spiega la viceministra Todde- Licenziare in questo modo non è la strada, ma lo è cercare e proporre soluzioni a partire da un’analisi congiunta del piano industriale. La Gkn è stata convocata ad un tavolo istituzionale e la mancata presenza sarebbe uno sgarbo istituzionale molto grande". Gli ammortizzatori sociali? "Saranno disponibili nella misura in cui l’azienda si metterà al tavolo per cercare soluzioni".

Siamo di fronte a un atto unilaterale gravissimo: "La modalità con cui l’azienda ha deciso di chiudere lo stabilimento, con una email ai dipendenti non è accettabile - continua la viceministra- Non si tratta di mettere in discussione la necessità di una azienda ad un eventuale ristrutturazione ma di garantire un percorso ordinato e condiviso con tutte le parti sociali con confronto e ricerca di soluzioni. Non solo la mera logica di profitto. I dipendenti non sono pacchi da scaricare alle istituzioni".

Si parla tanto di stop alla delocalizzazione: ora Gkn dopo il caso Bekaert. "È un tema complesso perché se la delocalizzazione avviene fuori dall’Europa esistono già degli strumenti disponibili. Il problema è quando la delocalizzazione avviene dentro la comunità europea. Stiamo verificando eventuali fondi o aiuti avuti dalla società in passato per poter chiederne conto ma trovare una norma che non violi le leggi europee non è semplice e immediato. La volontà è quella di voler affrontare il problema" assicura la viceministra.