Gianetti, parla il ministro "Non vogliamo il Far West"

Interviene Giorgetti, mentre i sindacati attendono una convocazione a Roma Ieri l’ultimo stipendio agli operai e l’amara scoperta: quattordicesima dimezzata

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti

Ceriano Laghetto (Monza e Brianza) - «Vogliamo fare il West, non il Far West". Crescita, non macerie. Per la prima volta dall’inizio della vertenza il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti interviene sui licenziamenti alla Gianetti. Ieri, ospite a Milano per il progetto Mind, il numero uno del Mise ha spiegato "cosa deve fare un governo illuminato in una situazione come questa. Quanto meno fissare le condizioni per attutire l’impatto sociale nei settori a rischio e incrociare le opportunità che vengono offerte dai nuovi sentieri tecnologici". L’obiettivo deve essere "far capire che tutti quelli che oggi sono in coda per beneficiare degli importanti finanziamenti pubblici del Pnrr hanno una responsabilità indiretta verso coloro che restano indietro da un’altra parte". La dichiarazione piove sul presidio di Ceriano, dove da giorni si attende l’intervento del governo. Il tavolo sarà convocato a ore.

"Stiamo aspettando la lettera - dice Francesco Caruso, segretario della Uilm-Uil Milano Monza e Brianza, accanto agli operai dal primo giorno -. Per ora, si sa solo che giovedì alle 14 saranno ascoltati i lavoratori della Gkn, l’azienda toscana che ha adottato il ‘protocollo Gianetti’ licenziando via e-mail 350 dipendenti, ma noi non abbiamo ancora ricevuto nulla". Ieri ai cancelli di via Stabilimenti è arrivato anche Valerio Zanolla, segretario dello Spi-Cgil Lombardia: "Essere qui è nostro dovere", ha detto a chi lotta per riavere il posto. Intanto, ieri mattina i lavoratori hanno trovato lo stipendio di giugno accreditato in banca, nel rispetto della scadenza fissata, ma anche una brutta sorpresa, interpretata da tutti come "un’altra provocazione dell’azienda": è stata liquidata solo metà della quattordicesima. Secondo la proprietà è la quota "effettivamente maturata".

«Formalmente è corretto, ma in realtà abbiamo un accordo per cui a fine giugno deve essere liquidata interamente e negli anni scorsi è sempre stato così", sottolineano i lavoratori, che sperano di trovare presto un nuovo acquirente per la fabbrica. Ieri mattina si è presentata una ditta di pulizie che voleva ritirare i propri macchinari lasciati all’interno ma la risposta degli operai è stata sempre la stessa: "Da qui non entra e non esce niente e nessuno fino a quando non si comincia a trattare". D’altra parte, come hanno fatto notare gli stessi dipendenti, "oltre a materie prime e prodotti finiti per valori ingenti, qui ci sono i nostri effetti personali, qualcuno ha lasciato pure le medicine e da 10 giorni non possiamo toccare nulla".