Covid, da maggio addio al Green pass: la storia del certificato verde

Dall'introduzione a livello europeo nell'estate 2021 alla versione rafforzata dello scorso dicembre. Come e quando è cambiato, cosa succederà adesso

Green pass

Green pass

Addio Green pass. Da domenica 1 maggio il certificato verde non sarà più necessario nella stragrande maggioranza dei luoghi in cui ad oggi è richiesto, da martedì 3 maggio non servirà praticamente più da nessuna parte.

Libertà di movimento

Torna dunque la pressoché totale libertà di movimento anche per i non vaccinati, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai luoghi di lavoro dove non sarà più richiesto il tampone negativo. Ci sarà solamente una brevissima fase di transizione, appena 48 ore, che riguarderà alcune attività. Per mense, concorsi pubblici e trasporti a lunga percorrenza sarà richiesto in versione base; per centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso sarà invece necessario il Green pass rafforzato.

Eccezioni

Rimangono inoltre in vigore alcuni specifici obblighi di categoria. Per il personale medico e in generale il comparto sanità, vale l'obbligo di vaccinazione fino al 31 dicembre 2022 pena la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Resta poi in vigore fino al 15 giugno l'obbligo di vaccinazione per over 50, forze dell'ordine e comparto scuola: queste categorie, se non si vaccineranno, continueranno a incorrere nella sanzione prevista di 100 euro. Infine, ai visitatori delle Rsa continuerà ad essere richiesto fino al 31 dicembre il ciclo di vaccinazione primario più l'effettuazione di un tampone oppure la vaccinazione con tre dosi.

Introduzione e polemiche

Per tutti gli altri invece addio Green pass, il documento introdotto dall’Unione europea nel giugno del 2021 per coniugare il contenimento della pandemia da Covid-19 con la ripresa della vita sociale ed economica. Una scelta che, ad oggi, si può definire vincente, con i singoli Paesi liberi da praticamente tutte le restrizioni e una liberà di viaggio e movimento pressoché totale. In Italia, la ‘certificazione verde Covid-19’ è entrata in vigore l’1 luglio 2021, dopo che il premier Mario Draghi aveva firmato l’apposito decreto il 17 giugno. Non erano mancate le polemiche. Le proteste no-vax, ovviamente, ma anche i rilievi sulla privacy in merito alla piattaforma di rilascio e gestione del documento, oppure i dubbi su chi fosse autorizzato o meno ai compiti di controllo e verifica del certificato. Il Green pass, in ogni caso, è entrato a far parte della nostra quotidianità e ci ha accompagnato per dieci mesi, permettendoci una vita pressoché normale a fronte di una situazione sanitaria che nulla ha da spartire con le due terribili ondate del 2020, la prima di febbraio-marzo e la seconda dell’autunno.

Super green pass

Nonostante la contrarietà e le resistenze di parta dell’opinione pubblica, il certificato verde è diventato anzi ancora più stringente, con l’introduzione a partire dal 6 dicembre scorso del Green pass rafforzato o Super green pass. Veniva in questo modo fatta una distinzione tra chi era vaccinato (o guarito) rispetto a coloro che erano semplicemente negativi al tampone, escludendo questi ultimi da alcune attività. Quante e quali sono cambiate nel corso dei mesi, sia per quanto riguarda le differenze tra i due certificati sia per la richiesta o meno del Green pass, di qualsiasi livello. Fino al definitivo abbandono del certificato, ormai alle porte. Nella speranza di non doverlo ripristinare in fretta e furia il prossimo autunno.