Natalya: "La mia famiglia sotto le bombe in Ucraina"

Maksymenko, 30 anni, ha i genitori e la sorella bloccati a Odessa: "Ogni telefonata sono racconti di esplosioni, morti, paura"

La manifestazione per la pace e, nel riquadro, Natalya Maksymenko

La manifestazione per la pace e, nel riquadro, Natalya Maksymenko

Carrara, 27 febbraio 2022 - "La mia famiglia è bloccata in Ucraina e le bombe continuano a risuonare fuori casa". Testimonianza cruda, diretta, ma purtroppo reale, quella di Natalya Maksymenko, 30enne ucraina che da anni vive e lavora a Carrara. Lei che in Ucraina è nata e cresciuta fino ai 16 anni, per poi spostarsi a Carrara dove ha finito gli studi e trovato lavoro in un’azienda locale, adesso racconta del suo Paese con angoscia e preoccupazione. Grande il timore per le sorti di quella famiglia così vicina nel suo cuore ma così lontana, nella speranza che quel brutto sogno che si chiama guerra possa prima o poi consentirle di riabbracciare i suoi cari.

"Mia madre era partita un mese fa per l’Ucraina per stare vicino a mia nonna che ha problemi di salute - racconta Natalya –. Nessuno di noi aveva la percezione che tempo le cose sarebbero degenerate. Il clima tra i due Paesi non era ottimo ma che questo portasse alla guerra ci ha colto di sorpresa". La famiglia di Natalya vive a Odessa; una delle più colpite in questi primi giorni di occupazione russa. Una zona che, nel giro di pochi giorni, da tranquilla località sulla costa si è trasformata in un teatro di guerra a cielo aperto, con bombe, carri armati e tanta paura dei civili, che vivono alla giornata in attesa di buone notizie. "Mio padre lavora al porto di Odessa - prosegue la donna - e il giorno che è scoppiata la guerra mi ha avvisato con un sms. Lui e gli altri operai sono stati trattenuti dentro il porto. In quel momento mi è crollato il mondo addosso e ho pensato subito a un modo per cercare di farli rientrare in Italia. Oltre ai miei genitori a Odessa c’è anche mia sorella, che ha deciso di rimanere vicino alla nonna. I contatti con loro ci sono ma ogni volta è fonte di preoccupazione perché mi viene raccontato di esplosioni, bombe e desolazione nelle strade".

Al momento una soluzione sembra essere stata trovata per la madre della ragazza, che nel giro di qualche giorno dovrebbe rientrare in Italia. Discorso diverso per il padre, costretto a rimanere in Ucraina. "Grazie ad alcune persone che si occupano di spostamenti tra Moldavia e Italia, a giorni mia madre dovrebbe tornare passando dalla Moldavia - racconta Natalya - mentre per mio padre la situazione è complicata. Sono state riaperte le frontiere ma solo per far passare bambini, donne e anziani e mio padre non rientra in queste categorie. Hanno richiamato i civili alle armi e servono uomini che non lascino il Paese".

ùUna situazione in divenire, come per molte altre famiglie ucraine alle prese con le limitazioni che sopraggiungono ogni volta che una zona viene occupata, soprattutto quando c’è di mezzo il coinvolgimento dei civili. "Escono tante fake news - ammette la donna - e tanti media russi affermano che non stanno attaccando i civili ucraini; non è vero - sottolinea - perché anche le abitazioni di Odessa e Kiev stanno subendo bombardamenti e la gente ha paura. E’ giusto che si sappia cosa sta succedendo in Ucraina e ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine in questi giorni difficili".