Ucraina, da Kiev al Donbass: la guerra e i bambini in orfanotrofio

Cinzia Bernicchi, consulente Ai.Bi: "I bambini sono sempre i primi a pagare la guerra, quelli in orfanotrofio se possibile ancora di più". E la Cai sconsiglia le coppie di partire per Kiev

Un ragazzino tra tank russi

Un ragazzino tra tank russi

"I bambini sono sempre i primi a pagare la guerra, quelli in orfanotrofio se possibile ancora di più". Cinzia Bernicchi è consulente dell’associazione Ai.Bi. Amici dei Bambinii, ma soprattutto dal 1974 lavora con la Russia prima come manager poi nel terzo settore occupando di adozioni in tutto il mondo moltissime delle quali proprio in Ucraina. Nelle sua carriera ha fatto diventare mamma e papà di bimbi nati in Ucraina almeno un centinaio di famiglie italiane. Per anni l'Ucraina infatti  è stato uno dei Paesi che più hanno favorito l'adozione internazionale. Negli ultimi tempi meno, visto che Kiev ha puntato su un (spesso fallimentare) affido alle famiglie locali, ma nelle decine di orfanotrofi ucraini vi sono ancora migliaia di bambini e adolescenti in attesa di una famiglia. Proprio oggi la Commissione per le adozioni internazionali (Cai) ha sconsigliato  partenze per l'Ucraina da parte delle coppie italiane aspiranti genitori adottivi. A scopo adottivo, al momento in Ucraina ci sono due coppie italiane, entrambe a Kiev. Una coppia, ha riferito Starita, ha completato l'iter adottivo e ieri la Cai ha autorizzato il rientro in Italia con il figlio; questa coppia è stata presa in carico dall'Ambasciata italiana "che si sta attivando per garantire il suo rientro". L'altra coppia invece è ancora nel corso delle procedure e ha chiesto di poter avere l'udienza con il giudice in modalità online. Anche questa coppia "è stata segnalata ed è seguita dall'Ambasciata", spiegano dalla Cai.

Nel Donbass,  il fronte più caldo della guerra,vi sono parecchi istituti che ospitano bambini orfani o tolti alle famiglie non in grado di farli crescere. Gli orfanotrofi sono casermoni in pieno stile sovietico anche nella gestione, alcuni a pochi chilometri dalla Russia altri vicinissimi al fronte della guerra tra separatisti e ucraini. Istituti  che da anni sono circondati dalla guerra civile e per i bambini che ci vivono l'adozione internazionale è praticamente impossibile anche se alcune organizzazioni hanno continuato a operare anche dopo la proclamazione di indipendenza delle due repubbliche. Prima del conflitto tutti i bambini del Donbass andavano in colonia a Mariupol, una città tristissima sul'inquinatissimo mare d'Azov. Per loro, per quei bimbi, però era per una settimana un paradiso che ora è devastato dalle bombe

"Dal nostro ufficio di Kiev - spiega Cinzia Bernicchi - ci giungono notizie drammatiche. Gli istituti che hanno una presenza di una organizzazione internazione in qualche maniera sono protetti ma la situazione è difficilissima per i bambini dal punto di vista pratico ma soprattutto psicologico. Sono a rischio moderato anche perché non sono certo obiettivi militari ma nulla ci può assicurare che per errore possano essere colpiti".

E allora non resta che il gioco per scacciare la paura e attutire il rumore delle bombe e il sibili dei proiettili. "I progetti ludici negli istituti continuano, anzi in una situazione come questa è fondamentale. Perché spiegare la guerra ai bambini è difficile ma per chi vive in istituto  è ancora più difficile". Già perché per loro non c'è l'abbraccio di una mamma o di un papà per cercare di scacciare la paura. 

"In questo momento in Ucraina - spiega Cinzia Bernicchi - vi un paio di coppie italiane in attesa di abbinamento, della sentenza del giudice o di poter partire. ma "spiegare a genitori e bimbi che al momento non si può fare molto è difficile". Mamme, papà e figli a  un passo da un sogno che la guerra sta rendendo un incubo. Ma anche chi ha adottato e vive in Italia non è tranquillo. All'associazione arrivano telefonate di genitori preoccupati che i loro figli possano essere "richiamati alle armi" in Ucraina dove la leva è obbligatoria. Un'ipotesi che non esiste perché i bambini dopo l'adozione internazionale diventano automaticamente italiani e soprattutto perché al compimento del diciottesimo anno di età debbono scegliere tra il passporto italiano e quello ucranino perché Kiev a differenza della Russia non prevede la doppia nazionalità.

Ai.Bi. è presente in Ucraina dal 1999 e opera nel Paese tramite la Fondazione di beneficenza ucraina Drusie Ditiei Ukraina (Amici dei Bambini Ucraina), la cui sede è a Kiev. L’intervento di Adozione e Sostegno a Distanza si rivolge ai minori accolti nell’istituto Volodarka. E Aibi  insieme ai suoi partner locali, si è attivata per portare il proprio sostegno in tre direzioni principali: un supporto psicologico specifico per i bambini e i ragazzi, implementando le attività che già vengono portate avanti sul territorio, in modo particolare negli orfanotrofi e per i minori in difficoltà familiare; organizzare attività ludiche che possano regalare ai minori un momento di spensieratezza e di speranza; fornire  aiuti concreti ai bambini, sotto forma di alimenti, vestiti, materiale scolastico e tutto quello hanno bisogno. Aibi inoltre  è a disposizioneper contribuire alle spese di trasporto per permettere ai minori di lasciare le zone più critiche del conflitto in coordinamento con la rete di organizzazioni locali a tutela dei minori. Per portare avanti tutte queste attività Ai.Bi. ha lanciato la campagna di raccolta fondi #BAMBINIxLAPACE, a cui chiunque può aderire con una donazione libera: ogni aiuto, in un momento come questo, è importante e fondamentale spiega da Ai. Bi.