"Ho fatto la prima dose e adesso?". Ultimi stop al vaccino AstraZeneca, ecco la guida

I pazienti devono interpellare il medico di famiglia prima di fare il richiamo. Un primo vademecum

La somministrazione del vaccino AstraZeneca potrebbe essere riservata agli over 60

La somministrazione del vaccino AstraZeneca potrebbe essere riservata agli over 60

Qualsiasi decisione verrà presa sulle controindicazioni al vaccino AstraZeneca (l'Italia ha deciso di somministrarlo aglo iver 60), la battaglia va avanti. Questo tira e molla sulle immunizzazioni contro la pandemia da Covid-19, commentano gli specialisti, dimostra la volontà di tutelare la salute della popolazione, anche se i tentennamenti fanno il gioco del virus. Dopo la Germania e i Paesi Bassi, anche il Regno Unito ha avviato una revisione dei trial, senza escludere possibili restrizioni alla somministrazione del vaccino nei giovani adulti, al fine di scongiurare l’insorgenza di rarissime forme di trombosi. "Io però guardo ai numeri – dice Matteo Bassetti, presidente della Società italiana terapia antinfettiva – e questo vaccino al momento è al vaglio della farmacovigilanza. Se si decide domani di interrompere le somministrazioni a una determinata classe di età, dobbiamo avere un’alternativa. Diversamente si rischia di inficiare la riuscita della campagna che ora stava ripartendo con il generale Figliuolo". Ma chi ha già ricevuto la prima dose di AstraZeneca, e rientra nel gruppo che dovrà prima o poi ripresentarsi per il seguito, come si deve regolare?

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Domande e risposte

Cosa succede ora?

La decisione, in attesa di una presa di posizione netta da parte dall’Istituto superiore di sanità, e da parte dell’Aifa, è demandata ai pazienti, che possono interpellare il medico di famiglia, valutando caso per caso. Si può fare comunque il bis con Astrazeneca, consapevoli che gli effetti avversi sono rarissimi e in qualche misura si possono intercettare e trattare. L’alternativa consiste nel sottoporsi al richiamo con un vaccino diverso o soprassedere in attesa di un chiarimento. Nel Regno Unito il primo ministro Boris Johnson invita quanti sono a metà del guado a proseguire il ciclo vaccinale senza cambi in corsa.

Le donne sono più esposte?

Tutti i vaccini anti-Covid sono stati testati, tutti hanno superato ampiamente le prove di efficacia e sicurezza. Ora AstraZeneca sembra avere un rarissimo effetto collaterale a carico della coagulazione del sangue, su una minima percentuale di giovani e donne in età fertile. Armando Genazzani, ordinario di Farmacologia all’Università del Piemonte Orientale, ritiene plausibile una correlazione, ma in attesa del responso imminente dell’Ema il rapporto rischi-benefici appare positivo. In una situazione di scarsità di offerta sembra opportuno proseguire la profilassi a tappeto, anche se l’ideale per precauzione in questo momento sarebbe escludere le donne sotto i 55 anni.

Qual è l'incidenza?

Il riscontro di coaguli nel sangue nel tronco encefalico (trombosi venosa cerebrale) associato a un basso numero di piastrine, fenomeno denominato trombocitopenia, oscilla tra 2 e 5 casi su un milione. Nella valutazione statistica pubblicata il 18 marzo scorso l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) aveva rimarcato il fatto che le trombosi (meccanismo che si esprime in vari modi: embolia, ictus, infarto) colpiscono la popolazione in generale, ma le sofferenze cerebrali associate a caduta delle piastrine in soggetti vaccinati vanno indagate a fondo, e oggi conosceremo le conclusioni.

Perché le limitazioni?

Nelle persone giovani vaccinate si registra un numero di casi di trombosi cerebrali con carenza piastrinica superiore alle attese. Se questo fenomeno dovesse essere collegato al vettore virale, le indagini verrebbero estese anche ad altri vaccini della stessa tipologia di AstraZeneca, vedi il monodose Johnson&Johnson, già approvato, in arrivo tra pochi giorni in Italia. La considerazione cambia per Pfizer-BioNTech e Moderna, che utilizzano l’Rna messaggero invece dell’adenovirus. In ambito europeo, l’Olanda ha sospeso la somministrazione dei vaccini AstraZeneca per tutti, mentre restrizioni per fasce di età sotto i 55 o i 60 anni sono state decise in altri Stati membri, come Francia e Germania. Le decisioni se introdurre o meno misure più restrittive di quanto previsto dall’Ema sono demandate alle autorità nazionali, nel caso dell’Italia decide l’Aifa.

Perché lo stop ai test anche sui minori?

I test che valutano gli effetti della somministrazione del vaccino anti-Covid AstraZeneca sono stati sospesi anche per quanto riguarda bambini e adolescenti, in attesa che l’ente regolatorio inglese verifichi il possibile legame con casi di trombosi cerebrale nei giovani adulti. Andrew Pollard, immunologo pediatra all’Università di Oxford, ha dichiarato alla Bbc che nessuna anomalia è stata riscontrata finora, ma che la sperimentazione nei giovanissimi viene comunque sospesa. Circa 300 volontari partecipano al test iniziato in febbraio, per verificare se il vaccino produce difese immunitarie anche nella fascia di età tra i 6 e 17 anni.