I No vax serbatoio del contagio Un ricoverato su due è senza vaccino

Da agosto al San Giuseppe 240 accessi a causa del virus: il 40 per cento non era immunizzato. I maggiori focolai scoppiano nelle scuole. E gli esperti raccomandano: mascherine al chiuso e all’aperto

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Quasi la metà dei ricoverati per Covid dai primi di agosto ad oggi non era vaccinato. Al San Giuseppe di Empoli delle 240 persone che hanno avuto bisogno delle cure ospedaliere per sconfiggere il virus della pandemia, il 40 per cento è risultato senza vaccino. I medici e gli infermieri in trincea continuano a trovarsi di fronte a un paradosso, quello di dover assistere coloro che, per scelta (solo una minima parte non ha ricevuto l’iniezione perché affetto da patologie) non si vogliono sottoporre alla vaccinazione. I numeri, al momento, restano contenuti. In reparto ci sono appena otto pazienti. Dall’estate ad ora, con un solo setting Covid attivo - da una ventina di posti - si è riusciti a dare risposte al territorio in questa fase meno acuta dell’emergenza sanitaria.

Certo è che se i numeri dovessero crescere l’ospedale empolese si troverebbe di nuovo costretto a concentrare gli sforzi di personale e attrezzature nella cura di pazienti Covid, lasciando indietro altre attività e interventi, perché non sarebbe possibile gestire tutto. Non più tardi di un anno fa, di questo periodo, al San Giuseppe era stata riaperta la terapia intensiva con dieci posti letto. Oggi, la situazione è notevolmente migliorata. I casi che hanno bisogno di cure intensive vengono trasferiti in altre strutture della rete ospedaliera della Asl Toscana centro.

Gli ospedali ancora reggono la pressione, anche in presenza della più contagiosa variante Delta del coronavirus, e questo lo si deve al vaccino. In tal senso anche la terza dose diventa fondamentale. Siamo per ora (e per fortuna) lontanissimi dai numeri registrati a metà novembre dello scorso anno, nel picco della terza ondata, quando nei presidi ospedalieri afferenti all’ex Asl 11 c’erano oltre 200 posti attivi per la cura del Covid: 144 posti di degenza ordinari, 22 di terapia intensiva e 12 di osservazione breve intensiva al San Giuseppe; 34 posti di cure intermedie al San Pietro Igneo di Fucecchio e 16 all’ospedale Degl’Infermi di San Miniato. Il quinto e quarto piano, medicina 1 e 2, erano stati converti in reparti Covid, sacrificando, inevitabilmente, le altre tipologie di ricoveri.

Adesso sono i no vax il serbatoio del contagio e quelli a rischio di contrarre polmoniti severe. I focolai del virus ci sono dove le persone non sono vaccinate: le scuole materne ed elementari fino alle medie, ne sono un esempio. Sotto i 12 anni non c’è ancora un vaccino somministrabile, pertanto è più facile che il virus corra tra i giovanissimi. La raccomandazione degli esperti è quindi quella di continuare a tenere precauzioni come le mascherine al chiuso e anche all’aperto dove si verificano assembramenti, finché tutti non saranno vaccinati e non arriverà il via libera anche per il vaccino per gli under 12.

I.P.