Il fidanzato di Saman: forse rapita da una donna

Sarà interrogato dal gip il 23 luglio. "Volevamo sposarci, avevamo già l’abito". In Pakistan svaniti nel nulla i genitori della ragazza

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di Alessandra Codeluppi

NOVELLARA (Reggio Emilia)

Il racconto del fidanzato sarà cristallizzato tra un paio di settimane, per l’esattezza il 23 luglio: quel giorno Ayub Saqib, il giovane amato da Saman Abbas – la 18enne pachistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il primo maggio – comparirà davanti al giudice delle indagini preliminari Luca Ramponi per sottoporsi all’incidente probatorio.

Il gip ha dunque accolto la richiesta avanzata nei giorni scorsi dal pm Laura Galli, titolare dell’inchiesta, di sentire il ragazzo a breve, in via urgente, durante un’udienza in tribunale dove risponderà alle parti, per raccogliere la sua testimonianza e poterla usare poi come prova durante il processo. Alcuni drammatici aspetti della vicenda sono già emersi nel corso di interviste televisive da lui rilasciate, dove non ha nascosto la paura che sente per se stesso e anche per le sorti della sua famiglia in Pakistan: secondo quanto ha raccontato, il 27 gennaio il padre di Saman, Shabbar Abbas - uno dei cinque indagati in Italia per l’omicidio e della ragazza - era volato in Pakistan e, insieme ad altri, aveva minacciato i suoi parenti, dicendo che avrebbero ammazzato tutti se lui non avesse lasciato la 18enne. Ieri sera il giovane ha rivbadito a "Chi l’ha visto?" che continuerà a cercare Saman "per sempre: farò questa battaglia fino all’ultimo respiro"

Shabbar e la moglie Nazia Shaheen avrebbero infatti voluto che la figliai convolasse a nozze con un cugino di 10-12 anni più vecchio, per mantenere in famiglia la proprietà di terreni in Pakistan.Il cugino è stato rintracciato in Pakistan dalla trasmissione di Rai3: "Non so cosa sia successo, dovete chiedere alla sua famiglia - ha detto -. Volete sapere se Saman è viva? Non chiedetelo a me".

Già, quello con Saman per lui era stato un rapoporto difficile. La giovane non voleva sposarlo: aveva raccontato ad Ayub che nel marzo 2020 aveva anche tentato il suicidio ingerendo farmaci, disperata di fronte alla prospettiva di un matrimonio forzato. Poi, l’anno scorso, i genitori avevano comprato i biglietti per il Pakistan, partenza in dicembre e cerimonia nuziale già fissata in gennaio: ma lei si era opposta e li aveva denunciati, per poi essere accolta in una comunità minorile. "L’11 aprile Saman venne a Roma con me: volevamo sposarci". Saqib ha anche mostrato l’anello che lei gli aveva regalato e che porta all’anulare come pegno d’amore. E ha detto che avevano pure provato gli abiti del matrimonio.

Un sogno, nato da una ribellione, che la famiglia Abbas avrebbe spezzato: secondo la Procura, i genitori – i cui nomi sono stati inseriti nella banca dati dell’Interpol per le ricerche internazionali – lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz (l’unico arrestato) e Nomanulhaq Nomanulhaq l’avrebbero uccisa.

La stessa Saman, a partire da un messaggio vocale inviato dallo zio materno alla madre, aveva confidato al fidanzato il timore di essere ammazzata. Ma è lo stesso giovane ad aprire il campo anche a un’altra ipotesi, più ottimistica e sconvolgente: "Spero che Saman sia stata rapita e che sia ancora viva". Ha anche indicato il fatto che lei si sarebbe stata allontanata con altre due persone, tra cui forse una donna. E ha parlato degli Abbas come di una famiglia "molto potente", in grado probabilmente di contare su un’ampia rete di rapporti.