Influenza bambini, tempesta perfetta: sintomi, prevenire il contagio e cosa monitorare

In Lombardia boom di accessi al pronto soccorso. Colpa di una serie di fattori: "dalla scarsa alfabetizzazione sanitaria dei genitori al carico di lavoro dei singoli pediatri". Cosa sta succedendo e i suggerimenti degli esperti su come comportarsi

Milano - L'influenza, come da previsioni, è arrivata in anticipo. E sta colpendo duramente, soprattutto i bambini. Parallelamente, a tenere alta l'allerta, ci sono anche il Covid e il virus respiratorio sinciziale, particolarmente insidioso per i più piccoli. Per quanto riguarda l'influenza "in Lombardia assistiamo a una tempesta perfetta che mette insieme più fattori: dalla scarsa alfabetizzazione sanitaria dei genitori al carico di lavoro dei singoli pediatri che hanno anche fino a 1.400 assistiti da seguire. Se, come sta accadendo in queste ultime settimana, l'incidenza dei casi sale rapidamente si creano diversi problemi" ha detto Roberto Caputo, segretario regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) della Lombardia, commentando il report Influnet dell'Iss che ha evidenziato come nell'ultima settimana tre regioni (Lombardia, Emilia-Romagna e Umbria) sono le più colpite dall'influenza, soprattutto nelle fasce pediatriche, con "un'incidenza che ha superato la soglia del livello di entità molto alta".

Il problema dell'affollamento nei pronto soccorso

 "Una alfabetizzazione sanitaria insufficiente non permette un uso adeguato e appropriato dei servizi. Faccio un esempio: una mamma che non trova il pediatra e va in pronto soccorso o che magari lo trova ma comunque poi ci va lo stesso - avverte Caputo - E magari dopo 10 ore se ne va a casa con il minore che non è stato preso incarico da nessuno perché era un codice verde. Questo atteggiamento crea anche un problema di affollamento nei pronto soccorso. Poi, se andiamo a guardare alcuni numeri ci rendiamo conto che se un collega ha fino a 1400 assistiti, anche se un genitore chiama una sola volta al mese sono almeno 50 telefonate al giorno nei 20 giorni lavorativi da contratto. E questo - ha aggunto - in un periodo normale, ora che c'è questa ondata di influenza si arriva anche a 70 telefonate al giorno, poi ci sono le visite, i whatsapp e le mail".  "Quest'anno l'anticipo dell'influenza ha preso tutti in 'contropiede' - ha osservato Caputo - e non ha permesso di raggiungere i livelli di copertura dell'immunità che avrebbero ridotto la circolazione virale. Poi ci sono anche i virus parainfluenzali per cui non esiste la vaccinazione. Ci sarebbe anche da fare una riflessione sul ritorno alla vita comune in ambienti chiusi senza la mascherina, presidio che ci ha difeso nei due anni passati".

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Influenza, un "nemico" conosciuto

A parlare di influenza nei bambini  è stato nelle scorse ore anche l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. Sull'impennata dei casi di influenza tra i bambini, "parto dalla premessa, a scanso di ogni forma di ingiustificabile allarmismo, che quella dell'influenza è un'epidemia che si conosce da sempre, che si ripete ogni anno durante il periodo invernale e alla quale i medici, e i pediatri, sono abituati. L'influenza dev'essere considerata per quel che realmente è: una malattia da eccesso di prossimità. Nel senso che i bambini si ammalano nel momento in cui iniziano la frequenza delle attività in comunità. Per cui, tanto per provare a spiegare in pochissime parole l'argomento di cui si parla in questi giorni, basterebbe porre ai genitori, preoccupati dagli acciacchi influenzali dei propri figli, una domanda semplice: 'ma 24 mesi fa, quando tutti noi eravamo in lockdown, vostro figlio si è ammalato?' Alla risposta di un 'no' corale, potremmo trarre facilmente le logiche conclusioni".

Il ruolo del lockdown

"In effetti, negli ultimi due anni e mezzo abbiamo assistito ad un andamento un po' particolare dell'infezione da virus influenzali; e questo perché durante la pandemia da Covid-19, quindi durante tutto il periodo del lockdown, delle restrizioni, della chiusura delle scuole, della disinfezione anche maniacale delle mani, delle mascherine, sono spariti tutti i virus respiratori - ha rcordato Minelli -. Di conseguenza, per oltre due anni, abbiamo potuto registrare un nettissimo calo di virosi respiratorie, tra le quali anche quella da virus respiratorio sinciziale che era totalmente sparita dai radar dei pediatri". "Questo, se da una parte ha sorpreso, dall'altro ha anche un po' intimorito i medici perché, con l'annullamento del lockdown, l'allentamento di tutte le misure di contenimento e la riapertura delle scuole, questi virus avrebbero potuto ricominciare a circolare incontrando una popolazione infantile, soprattutto neonati e bambini molto piccoli, con una minore copertura anticorpale. E' noto - ha rimarcato l'immunologo - infatti che, durante la gravidanza ed in particolare nell'ultimo trimestre, i neonati ricevono una grossa quantità di anticorpi materni neutralizzanti anche contro l'influenza o il virus respiratorio sinciziale. E siccome questi virus non sono più circolati o sono circolati molto poco negli ultimi due anni, sicuramente le mamme sono munite di una minore dotazione di anticorpi da trasmettere ai propri figli". 

Sintomi influenza
Sintomi influenza

I sintomi

"L'influenza è una malattia respiratoria che inizia come una banale forma respiratoria: il bambino può avere un po' di tosse, raffreddore, la febbre. L'episodio dura qualche giorno per poi andare in risoluzione. Ma in alcuni bambini, specialmente in quelli più piccoli, possono comparire i segni di un distress respiratorio con il bambino che inizia ad avere una frequenza respiratoria aumentata; contemporaneamente comincia ad alimentarsi di meno con conseguente compromissione delle condizioni generali di salute", ha aggiunto Minelli. 

Prevenzione e cosa monitorare

"Ciò a cui bisognerebbe prestare attenzione è fondamentalmente la prevenzione: evitare che le persone adulte o i fratellini più grandi, se influenzati, possano stare a diretto contatto con i bambini piccoli; evitare il fumo passivo certamente in grado di peggiorare le malattie respiratorie in età pediatrica; continuare, ove possibile, ad allattare al seno, considerando questo come l'unico meccanismo protettivo diretto di cui l'uomo può disporre contro le infezioni virali - ha consigliato Minelli -. Se tutto questo dovesse non essere sufficiente ad evitare che il bambino venga coinvolto da una forma importante di influenza quello a cui le mamme dovrebbero prestare grande attenzione è il controllo dell'alimentazione del piccolo paziente, perché il primo segno di una evoluzione sfavorevole della malattia virale è la riduzione della nutrizione". 

Covid: c'è onda di risalita

 "In questo momento stiamo vedendo un mix. Siamo in una situazione ancora un po' in crescita del Covid. Un'onda di risalita, la chiamo onda per discriminarla dalle ondate che abbiamo subito. E purtroppo dovremo avere la contezza della stagione influenzale già abbastanza anticipata e altre onde del Covid", così il virologo Fabrizio Pregliasco, intervenuto a "Dritti al punto" su Cusano Italia Tv. "Speriamo di essere arrivati a un plateau ma siamo ancora in una fase di crescita che vedremo nelle prossime settimane se si ritornerà a un'onda di discesa. Onde come quelle di un sasso in uno stagno. A meno che non arrivi una variante particolarmente perfida", ha aggiunto Pregliasco. 

In aumento chiamate al 118

Intanto il 118 sta registrando, in queste ultime settimane, un aumento delle chiamate e degli interventi per Covid-19. Lo ha spiegato all'Adnkronos Salute Marzio Balzanelli, presidente nazionale Sis 118, sottolineando che "i ricoveri sono in crescita, come testimoniano i dati, ma l'espressività clinica di queste varianti in circolazione è minore rispetto al passato, con meno casi gravi".  "La situazione peggiorerà con il freddo - ha ammonito Balzanelli - e non ci aiuterà la circolazione dell' influenza, con il picco previsto fra dicembre e gennaio". Una tempesta perfetta che rischia di mettere a dura prova l'emergenza-urgenza sul territorio. "Restiamo in allerta e pronti a fronteggiare ogni evenienza, sulla base dell'esperienza maturata in questi anni", ha concluso.