Carlo d'Inghilterra è re, l’attesa infinita. Settant’anni di anticamera

Il più longevo fra gli eredi al trono

Carlo d’Inghilterra non aveva bisogno di diventare re per passare alla storia. Un primato l’aveva. Era il più longevo erede al trono, 70 anni in anticamera. Più di Edoardo VII, 60 anni in attesa che la regina Vittoria gli cedesse il posto. E ora a 74 anni diventa anche il sovrano più anziano. Più di Guglielmo IV, incoronato a 64. Biografia a parte, i sudditi si chiedono: che tipo di re sarà Carlo, principe di Galles, duca di Cornovaglia? E se lo chiedono anche negli altri quattordici Stati che fanno parte del Commonwealth. Per curiosità ovviamente. I reali inglesi sono anche i capi di Stato di Canada, Australia, India, Pakistan, eccetera. Il che dà un’idea delle reciproche relazioni. Quelle fra Stati sovrani e basta. Il Commonwealth è solo una nostalgia imperiale. Non ha alcuna rilevanza se non come promotore di sporadici accordi commerciali.

Non per curiosità ma per il proprio futuro se lo chiedono i sudditi in Scozia. Sarà Carlo ad assistere al loro ritorno all’indipendenza? Presto ci sarà un altro referendum. E non è escluso che l’orgoglioso nord ponga fine al Regno Unito. Fu proclamato il 1 maggio 1707, quando Giacomo VI diventò re d’Inghilterra e di Scozia. Infine per lo stesso motivo se lo chiedono nell’Irlanda del Nord. Anche qui i partiti unionisti stanno diventando maggioranza.

Carlo dunque rischia il suo posto nella storia: morta Elisabetta, vedrà la riframmentazione del Regno Unito? E per il resto? L’uomo con tutte le sue incertezze, contraddizioni, scandali, immaturità non influirà più di tanto. Non avrà altri compiti che rappresentare la nazione. È dubbio però che ne possa incarnare il carattere, infonderle orgoglio e fiducia come durante la seconda guerra mondiale. Fu Giorgio VI il faro nell’ora più buia. Ebbe il gran merito di nominare Winston Churchill e di credere nell’incredibile, la vittoria finale. Persino dopo la rotta di Dunquerque. (cesaredecarlo@cs.com)