Perugia, 4 febbraio 2022 - "Gli immaturi siete voi": sfilano da piazza partigiani ai giardini Carducci gli studenti umbri, chiamati a raccolta da più sigle studentesche. Ci sono la Rete, Altrascuola, l'Udu, la Consulta regionale e anche i pensionati dello Spi Cgil. E c'è anche la presenza massiccia delle forze dell'ordine, a vigilare sul corretto svolgimento della manifestazione, che comunque è a carattere nazionale. Il corteo arriva annunciato dalle bandiere rosse, slogan ("Bianchi non ci ascolta studenti in lotta") e dalle note di "50 Special" dei Lunapop a evocare vacanze, libertà e voglia di sfrecciare via. Poi è il turno di "Bella ciao". Applausi e inizia il comizio.
Le richieste al ministro
Caterina Bigini coordinatrice regionale di Altrascuola: "Oggi siamo in piazza - dice - per ribadire che la Maturità di Bianchi è inopportuna agli anni difficili vissuti dagli studenti. Abbiamo chiesto un confronto con il Governo per un Esame di Stato a misura di studente, ma per l'ennesima volta non siamo stati ascoltati". Dal pubblico più estremo, un'attivista di lungo corso ed ex insegnante incita i ragazzi alla ribellione. "La scuola non sono due scritti - grida "Papavero ribelle" (nome di battaglia della sindacalista) - ma un percorso. Cosa rappresentano due scritti in due anni del cavolo?!" .
Maturità su misura
Le fanno eco con toni più pacati Anna Pieruccini (Rete provinciale) e Francesco Palmiutto (presidente Consulta regionale): "Dopo due anni di didattica a distanza a singhiozzo, il Ministero sceglie di decidere da solo - denunciano - senza consultare noi studenti, che dopo aver subito mesi di incertezze, senza sapere se il giorno dopo saremmo dovuti andare a scuola o meno, ci troviamo di fronte un esame nuovamente stravolto". E c'è anche l'appoggio dello Spi-Cgil.
"Il rapporto stretto tra le generazioni - osserva la segretaria regionale Maria Rita Paggio - è il futuro del Paese. Detto questo, tornare alla normalità con decreto non basta: servono i fatti". Intanto, sullo sfondo di genitori forse un po' troppo permissivi, il filosofo Umberto Galimberti fa sentire la sua voce: "Alle superiori i ragazzi vanno lasciati andare a scuola senza protezioni, lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in età adulta... La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia. E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”.