"Maturità, per fortuna è solo una prova orale"

I commenti degli studenti dopo l’esame: "Terribile portare tutte le materie in un giorno". L’attenuante: "Almeno si evitano gli scritti"

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di Teresa Scarcella

"Maturità, ti avessi preso prima" cantava Antonello Venditti. Una frase che, seppur con un significato diverso, potrebbe essere fatta propria anche dai maturandi di quest’anno che se avessero fatto l’esame qualche anno prima si sarebbero risparmiati le mascherine alzate, il distanziamento, le entrate e le uscite separate, ma soprattutto il solo colloquio orale che riduce i tempi delle prove a un solo giorno. Il che, a dirla tutta, divide gli studenti: il "one shot" è un elemento a favore per chi riesce a gestire la tensione, diverso per chi invece si lascia prendere dall’ansia, per loro l’idea di avere solo una possibilità può essere motivo di disagio.

"Molto meglio così – afferma Federico Giuseppe Pagni – almeno ci si leva subito il pensiero". "E’ terribile – secondo Adele Cividini, appena uscita dalla sua prova – tutte le materie in un giorno impazzisci". "Per fortuna che non ci sono gli scritti – aggiunge Giulia Palumbo – perché fare un esame di matematica e fisica dopo due anni di dad, sarebbe stato infattibile".

La dad, sì. Perché i maturandi 2021 sono i primi studenti ad aver convissuto, nel vero senso della parola, con la pandemia tra i banchi di scuola, alternandosi tra casa e classe, tra didattica in presenza e in remoto. In fin dei conti, seppur a suon di quarantene preventive, isolamenti e tamponi gratuiti, sono riusciti a portare a termine questo anno scolastico che, nonostante tutto, ricorderanno sempre col sorriso proprio perché l’ultimo.

"Questo anno è stato bello, anche se la didattica a distanza non ci ha fatto vivere l’esperienza al massimo" dice Costanza Cambi. "E’ volato – aggiunge Violante Brogi – tra chiusure e riaperture è passato in fretta. Breve ma comunque intenso". "Per fortuna dopo un inizio casalingo, verso la fine ci hanno fatto rientrare e siamo riusciti a concluderlo tutti insieme tra i banchi", concorda Alessia Scaccia. La pandemia lo ha reso diverso dal solito, sia l’anno intero che l’esame in sé, ma non è comunque riuscita a svuotarlo di quell’emozione che questo momento regala da sempre a intere generazioni di ragazzi. Ansia, preoccupazione, adrenalina. La mascherina non copre nulla di tutto ciò. C’è chi esce sorridente dall’aula, ancora elettrizzato e soddisfatto, "è andata bene, me lo aspettavo molto più difficile", afferma sicura sempre Alessia.

"Poteva andare meglio, ma comunque è andato. Non ci lamentiamo, sono ufficialmente in vacanza", sorride Paolo Polvere. Intorno a lui i suoi compagni che attendono il proprio turno, ognuno a modo suo: chi cerca di distrarsi parlando di altro, chi invece ripassa le ultime cose, con i libri e computer sulle gambe, da solo o in compagnia. "C’è tensione, ma mi aiuta sapere che fra poco è finito tutto" spiega Francesco Fedele. E poi ci sono quelli venuti solo a dare supporto, che siano genitori, amici già diplomati o parenti, e chi invece dovrà sostenere l’esame nei prossimi giorni.

"C’è ansia sia per me che per i miei compagni – afferma Alexandra Ilie – sono venuta anche a vedere come si comportano i professori". Con questa consapevolezza si ripasserà la tesina con più tranquillità o si approfondirà ciò che si è trascurato. La notte prima degli esami rimane magica anche col Covid, se poi gioca anche la Nazionale italiana, gli ingredienti ci sono davvero tutti.