Medici e sanitari no vax, in Toscana sono 16mila. Partite le diffide

Rischiano il demansionamento e la sospensione dal servizio. Ma nel'Ausl Centro “almeno 2mila hanno prenotato la prima dose”

Una manifestazione no vax

Una manifestazione no vax

Firenze, 24 giugno 2021 – L'11 per cento dei sanitari toscani non si è vaccinato. Secondo l'ultima rilevazione del Governo, infatti, ci sono 15.795 professionisti che, non essendosi vaccinati, saranno in prima battuta diffidati, poi demansionati e in caso estremo sospesi dal servizio, senza stipendio fino al 31 dicembre. Di questi, circa 9mila operano nell'Ausl Toscana Centro, la più grande della regione, che comprende Firenze, Pistoia, Prato ed Empoli. Il direttore del dipartimento di prevenzione Ausl Centro, Renzo Berti, rassicura però che almeno 2mila hanno prenotato l'appuntamento per la somministrazione della prima dose.

Per quanto riguarda i numeri dell'Ausl Centro, sono 800 i medici e infermieri, che, su 4mila dipendenti pubblici, non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Il numero sale con l'aggiunta dei sanitari operanti nel privato, circa 3mila. A questi si aggiungono autisti, portieri, cuochi, che non rientrano nel campo ma lavorano nelle strutture sanitarie. Si tratta di 3.100 persone per cui la legge ad oggi non ha chiarito se si estende l'obbligo vaccinale.

Le prime diffide ai sanitari non vaccinati sono già partite. Gli interessati hanno a disposizione cinque giorni di tempo per spiegare le loro motivazioni: dalla scelta personale alla possibilità di esenzione a un errore nell'elenco. Nel caso in cui non siano fornite giustificazioni ritenute accettabili, l'Asl invierà un'ulteriore comunicazione all'Ordine professionale della Toscana e ai datori di lavoro. Il direttore dell'Asl Toscana Centro, Paolo Morello Marchese, fa sapere che una quota consistente dei sanitari 'no vax' ha per ora giustificato l'inadempienza con motivi di salute o situazioni contingenti.

Il commento del sottosegretario Sileri Prima di trarre conclusioni sui medici e gli infermieri vaccinati, aspetterei di analizzare un po' meglio i dati sul personale sanitario". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, precisando che "dai dati in nostro possesso risulta che il personale sanitario non vaccinato sia di circa il 2%. Ma - sottolinea - si tratta di una stima basata su dati fluttuanti che cambiano di settimana in settimana”. Inoltre, quando vengono comunicati i dati - fa notare il sottosegretario - sembra che vengano inserite nella categoria del 'personale sanitario' anche persone che non sono medici e infermieri, ma che in generale lavorano nell'ambito sanitario

Cosa dice il sindacato La percentuale degli operatori sanitari non vaccinati a livello nazionale "non è il 20%, dai territori arrivano dati inferiori rispetto a quelli che vengono comunicati a livello nazionale". E' quanto afferma Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici. Quello del personale sanitario non vaccinato, ammette, "è un problema enorme”. “Quello che poteva fare il governo con una legge era e resta condivisibile, ma a questo punto – fa presente – bisogna prendere atto che la sospensione dal lavoro di coloro che non si sono vaccinati significa che chi è vaccinato e rimane al lavoro dovrà lavorare ancora di più”. “Dobbiamo riprendere la cultura del confronto con lavoratori e organizzazioni sindacali, che da Brunetta in poi, è venuto sempre meno. Non si può affrontare un problema così critico senza un confronto azienda per azienda”, conclude.