La Spezia, medici no-vax rischiano la sospensione

Almeno 60 hanno comunicato di non avere intenzione di seguire la profilassi. L’ordine professionale pronto a usare il pugno di ferro

Una manifestazione no vax

Una manifestazione no vax

La Spezia, 24 giugno 2021 - La scelta non è individuale e non può neppure essere considerata una libera presa di posizione, soprattutto tenendo conto del ruolo che si svolge. E per questo i medici che si rifiuteranno di sottoporsi alla vaccinazione anti Covid andranno incontro alla sospensione dalla professione.

Poi ci saranno le azioni legali, i ricorsi al Tribunale amministrativo regionale, al Consiglio di Stato attingendo a piene mani dalla lunga e ‘italica’ burocrazia, ma di fronte al rifiuto immotivato del personale con il camice l’Ordine professionale userà il pugno di ferro.

In questi giorni l’Asl 5 sta provvedendo a inviare a tutti i sanitari spezzini il sollecito alla vaccinazione.

"Abbiamo messo sotto la lente di controllo la situazione – spiega Salvatore Barbagallo presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri della Spezia – ribadendo l’obbligo vaccinale nell’esercizio della professione e di conseguenza la sospensione dei professionisti che ne siano venuti meno".

Nella provincia spezzina sono state inviate 848 lettere di sollecito: il dato clamoroso è che moltissimi professionisti non hanno ancora risposto e almeno una sessantina hanno comunicato di non volersi vaccinare. Ma cosa può rischiare il medico che pur sollecitato dal proprio Ordine professionale si rifiuta, senza particolare motivi sanitari, di sottoporsi alla vaccinazione? "Una volta ricevuto l’atto di accertamento – prosegue Barbagallo – da parte di Asl il nostro Ordine e nello specifico la competente Commissione d’Albo, dovrà adottare la delibera di Commissione inerente alla sospensione del professionista. L’interessato dal provvedimento di sospensione potrà unicamente presentare eventuale ricorso amministrativo al Tar entro 60 giorni dalla notifica".

Il presidente Barbagallo oltre all’aspetto deontologico vuole evidenziare la necessità di procedere e sostenere senza nessuna esitazione alla campagna vaccinale.

"Non siamo affatto usciti dal tunnel – specifica – ma se la situazione è nettamente in miglioramento come testimoniato dai dati e dal brusco calo dei contagi lo dobbiamo anche alla campagna di vaccinazione che sta procedendo spedita. Questo non significa che ne siamo fuori e che non si debba tenere alta la guardia. Ma rispetto a un anno fa il nostro scudo contro il virus è rappresentato proprio dal vaccino". Sarebbero dunque una sessantina i medici che avrebbero comunicato l’omessa vaccinazione e prima dei provvedimenti occorrerà appunto valutare le motivazioni della decisione.

"Ci sono linee guida – aggiunge Barbagallo – che portano la firma della FnmCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, che in questi giorni ha diramato una nota sulla base delle disposizioni stabilite del Ministero della Salute.

Verranno effettuati gli accertamenti dei casi e comunicati dall’Asl 5 al professionista interessato, sia in ambito di sanità pubblica che in quello privato, al datore di lavoro e agli Ordini provinciali. Quindi la relativa sospensione sarà resa nota all’interessato dal nostro Ordine dei medici. Da parte nostra sosteniamo che il personale sanitario debba fare il vaccino, non è pensabile che possa avere contatti con un paziente senza l’adeguata protezione. Dobbiamo ricordarci con maggior frequenza che stiamo vivendo in una comunità e che la società civile preveda contatti umani tra le persone. Quindi o si va a vivere su un eremo sperduto e lontano da tutti oppure è doveroso sottoporsi al vaccino, strumento fondamentale insieme all’attenzione per aiutarci a sconfiggere il virus".

Massimo Merluzzi