ENRICO AGNESSI
Cronaca

"Vaccinazioni, convinciamo gli scettici"

Il piano dell’Ausl per sanitari (ne mancano 640), over 60 e giovani. Il dg Rossi: "Si apre una fase nuova, servono strategie diverse"

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di Enrico Agnessi

Subito gli operatori sanitari e socio-sanitari, normativa alla mano. Poi gli ultrasessantenni, con l’aiuto dei medici dei medicina generale. E infine la partita probabilmente più importante, quella relativa ai giovani, facendo leva sulla maggiore libertà garantita loro dal ‘green pass’. Dopo aver vaccinato con almeno una dose il 52% della popolazione residente nel circondario (oggi verrà tagliato il traguardo delle 100mila somministrazioni tra prime e seconde dosi), l’Ausl lavora per convincere gli scettici del siero anti-Covid.

Andrea Rossi, direttore generale dell’Azienda sanitaria, nell’ormai consueta commissione consiliare del Comune non parla mai di "no vax". Ma quantifica in 640 gli operatori sanitari e socio-sanitari del circondario che, a fronte di oltre cinquemila lavoratori già vaccinati, non hanno ancora aderito alla campagna. Si tratta di "poche unità" di dipendenti Ausl e di tanti altri professionisti "per i quali sono partite le raccomandate di sollecito con invito a provvedere immediatamente alla vaccinazione", ricorda Rossi, ribadendo come per le figure di cui sopra ci sia l’obbligo di immunizzarsi contro il Covid, pena il trasferimento o addirittura la sospensione.

Nel caso degli over 60, invece, a fronte di una quota di vaccinati che si attesta all’83,56% (dato superiore a quello regionale e nazionale), si agirà con un lavoro di "recall" e "sensibilizzazione" a opera dei medici di medicina generale per i non aderenti alla campagna con "colloquio telefonico motivazionale" e offerta attiva di vaccino monodose Janssen (Johnson&Johnson).

Ed eccoci ai giovani. In queste settimane, sono iniziate le prenotazioni degli under 40. Oggi si apriranno le agende per gli oltre 6mila che appartengono alla fascia 20-24 anni, 780 dei quali sono già vaccinati (il 12,6%). "È evidente che, scendendo con l’età, il grado di adesione diminuisce – fa notare Rossi –. I giovani rispondono molto meno rispetto alle persone di età più avanzata. Sarà la questione da affrontare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, perché l’efficacia della campagna risentirà moltissimo della scelta che faranno i cittadini".

In poche parole, "sotto il 75% di adesione complessiva difficilmente fermeremo il Covid", chiarisce il direttore generale dell’Ausl. E avverte: "Tra un po’, diciamo a fine mese, avremo molti più vaccini rispetto alle persone che lo chiedono. A quel punto si aprirà una nuova fase. E l’obiettivo non sarà più quello di fare in fretta, ma di vaccinare la gente che non vorrà farlo".

Tornando in particolare ai giovani, "bisognerà usare strategie diverse per essere accattivanti nell’offerta e convincere le persone a vaccinarsi – avverte Rossi – . Le strategie non dovranno essere solo aziendali, ma regionali e nazionali. Una però è quella del pass vaccinale: un passaporto non solo per la libera circolazione in Europa, ma che garantisca gradualmente un ulteriore allentamento delle misure come l’utilizzo delle mascherine all’aperto o l’accesso a situazioni conviviali".

"Con i giovani – conclude il dg dell’Ausl – la carta da spendere non sarà quella dell’obbligo (come per i sanitari, ndr), ma della persuasione. Dobbiamo far capire loro che solo vaccinandosi si potrà tornare alla normalità, altrimenti dovremo continuare ad accettare sacrifici gravosi per la vita sociale ed economica del Paese".