Metano alle stelle: automobilisti in rivolta

La rabbia dei pistoiesi: "In un giorno è raddoppiato". Raffica di proteste. E le associazioni di categoria: "Stop al caro energia"

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Brutta sorpresa ieri mattina per gli automobilisti che possiedono un’auto a metano perché il prezzo alla pompa del gas risultava pressoché raddoppiato nel giro di sole 24 ore. Il prezzo è schizzato da circa 1,10 euro al chilo a circa 2,20. Un balzo così ingente e repentino ha preso di sorpresa sia gli automobilisti che gli stessi benzinai, alcuni dei quali hanno chiesto conferma telefonicamente non appena hanno visto il nuovo prezzo nella comunicazione ufficiale di giornata. Se si considera che la benzina è aumentata del 30 per cento circa dall’inizio dell’anno appare a dir poco anomalo un salto per il metano del 100 per cento in un solo giorno.

Un aumento così drastico colpisce duramente quelle categorie di lavoratori che hanno scelto l’auto a metano perché costretti dalla loro professione a fare molti chilometri o perché tenuti ad un pendolarismo quotidiano con l’auto tra la casa e il lavoro (si pensi per esempio a chi risiede a Pistoia e lavora in una località della montagna o viceversa). "Abito in provincia di Pistoia – scrive ad esempio Lorenzo Beneforti – e lavoro come agente di commercio tra le province di Prato, Pistoia e Firenze. Ho riscontrato aumenti a dir poco anomali del 120 per cento rispetto a due settimane fa e del 100 per cento rispetto a ieri". Altre proteste sono arrivate in redazione via via che il tam tam sugli aumenti si è diffuso.

Il caro energia e bollette di elettricità e gas fa paura non solo alle famiglie ma anche a tantissime aziende del territorio, che con fatica si stanno rimettendo in careggiata dopo il periodo più buio dovuto alla pandemia e che adesso rischiano di essere messe nuovamente in ginocchio. I costi fissi per le imprese del terziario crescono a vista d’occhio e per Confcommercio si tratta di un duro colpo al sistema economico: "L’impoverimento di famiglie e aziende determinerà un’ulteriore ricaduta che oggi non ci possiamo permettere – fanno sapere dal’associazione – il caro bollette sfiorerà aumenti del 30% per l’elettricità e del 15% per il gas nel quarto trimestre del 2021, con spese che graveranno soprattutto sulle categorie che già oggi pagano le cifre più alte, come ristoranti, forni, market, ma anche parrucchieri e alberghi".

Nonostante i provvedimenti del consiglio dei ministri abbiano aggirato la minaccia di aumenti pari al 50%, lo scenario che si prospetta resta infatti insostenibile per le aziende che, dopo l’ultimo anno e mezzo di chiusure e limitazioni, si trovano a far fronte con nuovi oneri. "È evidente che i nodi del sistema energetico non possono essere lasciati in sospeso – attaccano da Confcommercio – deve essere utilizzato buon senso nella determinazione del processo dell’erogazione dell’energia, affrontando il tema della dipendenza dalle forniture estere che ci rende vulnerabili e soggetti a forti oscillazioni dei prezzi. Occorre più attenzione di fronte al paventato rischio di una crisi energetica nei prossimi mesi, dovuta alla scarsa disponibilità di materie prime. Infine chiediamo che sia realizzato un modello di transizione energetica che consenta di coniugare innovazione tecnologica, rispetto dell’ambiente e benefici occupazionali ed economici per cittadini ed imprese. C’è bisogno di ossigeno per progettare il futuro, le aziende non possono essere strette nella morsa di ulteriori costi".

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cna ("No a misure spot, il caro bollette si combatte con interventi strutturali") e Confesercenti ("I tagli non bastano, per le piccole e medie imprese aumenti fino a quattromila euro"), così come Confindustria: "Il fenomeno del caro-energia ha dimensioni mondiali, ma in Italia in particolare rischia di rappresentare un macigno sulla via della ripresa – commenta il vicepresidente con delega all’energia, Tiziano Pieretti – non c’è settore che non ne risenta, dal cartario alla moda, dalla metalmeccanica alla chimica-plastica, dall’alimentare al lapideo". Infine Confartigianato con Andrea Berri: "La situazione è complicata perché gli aumenti in bolletta sono solo la punta dell’iceberg di quello che sta succedendo – spiega il consigliere, nonché presidente del Consorzio Multienergia – a livello di materie prime sta aumentando tutto, le dinamiche del mercato sono preoccupanti e ancora non ci rendiamo del tutto conto dei problemi a cui andiamo incontro, soprattutto per i contoterzisti che operano con margini limitati. La curva dei costi sarà in salita almeno fino alla fine del 2022 e la ripresa, che non è altro che un rimbalzo, non potrà certo compensare. Le misure del Governo per calmierare oneri e costi fissi sono importanti, ma le difficoltà restano. E così si accentua pure il problema della competitività con l’estero".

Giacomo Bini

Alessandro Benigni