Versilia, tragedia in mare: due morti in pochi minuti

Entrambe le vittime sono uomini di mezza età e hanno perso la vita a ridosso della spiaggia libera di Lido di Camaiore. Inutili tutti i soccorsi

L'intervento della Capitaneria a Lido di Camaiore (Foto Umicini)

L'intervento della Capitaneria a Lido di Camaiore (Foto Umicini)

Lido di Camaiore (Lucca), 12 agosto 2022 - Due tragedie, a distanza di poche centinaia di metri l’una dall’altra, di qualche minuto l’una dall’altra, si sono consumate ieri, all’ora del tramonto, sull’arenile di Lido di Camaiore. Due uomini, entrambi di mezza età, sono morti dopo un bagno in mare. Due destini che si sono incrociati in una dramma che ha scosso tutta la costa.

E’ accaduto tra il bagno Abetone e il bagno Paradiso, separati solo da un lembo di spiaggia libera. Il primo a partire con il soccorso è stato il bagnino dello stabilimento Abetone, quello più a nord: mentre controllava il mare ha visto un uomo rientrare a riva a nuoto. Lo ha tenuto d’occhio fino a quando, all’improvviso, si è accorto che qualcosa non andava: l’uomo, che fino a un attimo prima nuotava, seppure in modo claudicante, continuava restare steso, nonostante avesse ormai raggiunto un punto in cui poteva toccare con i piedi. E quando ha visto che la testa non riemergeva oltre la superficie, si è buttato in mare per soccorrerlo. Lo ha trascinato a riva e ha iniziato le manovre di rianimazione.

Proprio durante le operazioni, è stato messo in allerta dall’altro versante della spiaggia libera: anche lì il bagnino, uno storico lupo di mare, si era lanciato al salvataggio di un uomo che galleggiava appena sott’acqua. Ad accorgersene era stato un canoista di passaggio. Una volta rientrati a riva, sono partite le operazioni per provare a rianimarlo, anche con l’uso del defibrillatore. Ma una seconda volta, a distanza di pochi minuti, non c’è stato niente da fare. Sul posto sono intervenuti i sanitari - un’ambulanza della Croce Bianca di Querceta e una della Misericordia di Marina di Pietrasanta, oltre a due automediche - che hanno tentato ogni disperara manovra. Ma senza speranza. Contestualmente è stata alleratata la Capitaneria di Porto per i rilievi e per la ricostruzione delle dinamiche, oltre che, naturalmente, per risalire all’identità dei due uomini.

Identità su cui regna ancora l’oscurità. In un primo momento, si era pensato che potessero essere due frequentatori della spiaggia libera tra l’Abetone e il Paradiso. Qualcuno racconta di averli visti insieme in un bar, a fare merenda, o almeno questa è una voce circolata tra i bagnanti. Ma nonostante le ricerche, in quel lembo di spiaggia non sono stati rinvenuti effetti personali abbandonati: zaini, ciabatte, asciugamani. E così il tam tam è partito anche su WhatsApp, nelle chat dei balneari. Eppure ieri sera, ancora nessun balneare aveva segnalato l’assenza di uno dei suoi clienti.

Soltanto ulteriori ricerche e l’esito delle analisi sulle salme riusciranno a definire i contorni ancora sfumati della tragedia che si è abbattuta su Lido. Quel che si sa è che il mare, ieri, era una tavola. E dunque la prima ipotesi avanzata dagli addetti ai lavori in riva al mare è che gli uomini siano rimasti vittime di malori. E sulla provenienza, man mano che nel tratto di spiaggia libera naufragava la ricerca di qualsiasi cosa potesse ricondurre ai due uomini, si è fatta largo l’ipotesi che potessero essere entrati in acqua altrove: un po’ più a nord, visto che ieri proprio da settentrione spirava il maestrale.

Martina Del Chicca

Daniele Mannocchi