Nigeriano massacrato Il killer resta in cella "Violento e pericoloso" Verifiche sulla madre-tutor

L’arrestato al gip: "Il razzismo non c’entra, l’avrei fatto comunque" . La procura vuole chiarire se la madre, una architetta nota a Salerno,. avesse obblighi precisi di controllo del figlio con problemi psichici

Migration

di Paola Pagnanelli

CIVITANOVA (Macerata)

Una famiglia benestante, con una madre conosciuta in città e impegnata nella politica. L’epilogo dei comportamenti violenti di Filippo Ferlazzo, il 32enne che ha ucciso Alika Ogorchukwu, l’ambulante nigeriano a Civitanova Marche, non sembra nascere da un ambiente di degrado sociale. La mamma, Ursula Loprete, architetta salernitana e sua amministratrice di sostegno, è una donna conosciuta nella sua città e negli anni – lei che aveva partorito Filippo in Austria da giovanissima, a 18 anni – ha sostenuto il figlio nei percorsi terapeutici e in più di una comunità.

La donna, interior designer e responsabile in un negozio di arredamento del centro di Salerno, è conosciuta anche per un bed and breakfast di lusso dove hanno soggiornato molti vip. Si era anche candidata alle comunali lo scorso anno. Intanto il figlio, che ha frequentato l’accademia di belle arti a Torino, aveva cercato di coltivare l’amore per la pittura e la musica. Dopo aver cominciato a dipingere a seguito di un brutto incidente, aveva partecipato a mostre collettive e personali, ma spesso si esibiva anche al piano suonando brani classici come quelli di Beethoven. "Mai avrei pensato che potesse fare una cosa del genere", ha detto la madre, affranta dopo aver saputo cosa era successo a Civitanova.

Un gesto che anche Ferlazzo non si spiega. Anche ieri, nell’udienza di convalida in carcere, il salernitano ha chiesto scusa, si è detto "costernato", ha assicurato che il razzismo non c’entra nulla, sostenendo di aver usato "tutta quella violenza per autodifesa, perché lui aveva reagito in maniera forte e ho dovuto difendermi". Ma Filippo Ferlazzo, il 32enne di Salerno accusato di aver ucciso Ogorchukwu lungo il corso principale di Civitanova Marche venerdì in pieno giorno, non ha convinto il giudice Claudio Bonifazi, che lo ha definito "violento e con elevata pericolosità sociale". Ora però le indagini dovranno chiarire quali fossero le condizioni di salute psichica dell’indagato, che soffriva di un disturbo bipolare e border line. Al giudice per le indagini preliminari Bonifazi e al procuratore Claudio Rastrelli, il 32enne ha spiegato che l’ambulante aveva strattonato la sua ragazza.

"Non c’entra il colore della pelle, lo avrei fatto con chiunque. Sono uscito dal negozio dove ero entrato con lei e l’ho raggiunto. Lui correva, non sembrava neanche invalido. Io l’ho aggredito, ma lui si è difeso. Allora, visto che aveva un fisico imponente, ho dovuto usare tutta la mia forza". La tesi dell’autodifesa però non ha persuaso il giudice, che alla luce "di numerose testimonianze e dei filmati" non ha creduto che le cose fossero andate così. Anche il magistrato però ha sollecitato approfondimenti sulle condizioni di salute psichiatrica dell’indagato, di fronte alla documentazione medica depositata dall’avvocato difensore Roberta Bizzarri. Su questi aspetti ora la procura incaricherà la polizia di fare indagini, per capire come stessero le cose e quali compiti avesse la madre nei suoi confronti.

In base a quanto emergerà, potrebbe essere chiesta una perizia in incidente probatorio. Saranno anche sentiti, tra gli altri, la madre del 32enne e il suo datore di lavoro a Civitanova, Stefano Cesca, titolare della Steve Stampi. Ferlazzo era stato assunto in quella fonderia da un mese. "Non ha mai creato problemi, non era un mostro. Solo giovedì, dopo aver parlato del rinnovo del suo contratto, ha riaperto la porta di scatto, gli ho detto di stare calmo e di prendersi libero il giorno seguente". Questa mattina, in obitorio a Civitanova, il medico legale Ilaria De Vitis eseguirà l’autopsia, per chiarire l’ora delle morte, le cause e le concause. Poi la famiglia, dopo il nulla osta della procura, potrà fissare il funerale di Akila Ogorchukwu.