"Ora un’associazione nel nome di Luana"

La campagna per chiedere sicurezza sul lavoro continua a viaggiare sui social. E c’è l’idea di trasformare l’hashtag in un progetto duraturo

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Lo hanno giurato. Gli amici, la famiglia, il fidanzato – vera anima dell’iniziativa –: la morte di Luana non deve cadere nel vuoto, non deve essere dimenticata. E così è e così sarà. La campagna social per la sicurezza sul lavoro continua a viaggiare all’hashtag #tusorridisorridisempre. L’idea era stata lanciata su Instagram nel giorno in cui l’operaia 22enne – morta schiacciata da un orditoio nella fabbrica di Montemurlo dove lavorava – avrebbe compiuto 23 anni: il tam-tam non si fermerà e non si dovrà fermare. La foto della giovane madre, diventata virale lo scorso 30 giugno, continua a tappezzare la piazza virtuale condivisa con frasi cariche di affetto, video e cuoricini da conoscenti ma anche da persone sconosciute rimaste però sconvolte dal brutale incidente. Utenti Instagram che da tutta Italia hanno voluto e vogliono rendere omaggio alla famiglia D’Orazio dimostrandole vicinanza ma anche unendosi al grido: basta morti sul lavoro. Il sorriso della giovane, così assurdamente e prematuramente scomparsa, rimbalza ancora di account in account. Anche a distanza di una settimana dalla diffusione del video che la ritrae nei momenti felici. La tragedia di Luana, del resto, è diventata la tragedia di tutti. Di un Paese che pretende di poter vivere e lavorare serenamente, di veder tornare a casa alla fine del turno in fabbrica i propri cari. La convinzione è tanta quanta la necessità di agire con gesti concreti.

Ecco perché il fidanzato di Luana, Alberto Orlandi, insieme a uno degli amici più stretti ha annunciato – già nel giorno in cui l’amata avrebbe compiuto 23 anni – di voler creare un’associazione in suo ricordo. L’hashtag #tusorridisorridisempre verrà ripetuto all’infinito per bussare alle coscienze anche e soprattutto di chi, a livello politico e istituzionale, può davvero fare la differenza. Come? Cambiando le leggi, se necessario, o aumentando i controlli nelle aziende, ma anche coltivando maggiormente quella cultura alla sicurezza, magari già nelle scuole.

"La giornata del compleanno è soltanto l’inizio – aveva annunciato Orlandi in una videointervista a La Nazione a margine della festa (nella foto di Acerboni il brindisi, ndr) organizzata in onore della ragazza con tanto di spumante e palloncini –. Questo semplice hashtag, ripreso da una frase usata da Luana e che bene rappresentava il suo modo di essere e di affrontare la quotidianità, dovrà diventare un movimento e un’associazione per cercare di cambiare le cose. Vogliamo lottare per evitare che altri perdano la vita".

Un grido di battaglia, anzi un appello alla giustizia sociale che – è l’auspicio dei promotori – potrà essere condiviso da molti nel progetto di creare una realtà associativa sul territorio. Obiettivo: raggiungere più persone possibile, sensibilizzare al problema – quello delle morti bianche – che, purtroppo, non si è risolto neppure grazie alla tecnologia.

el.cap.