Virtus Bologna: il pagellone della stagione 2021-2022

Annata da incorniciare per i bianconeri che hanno vinto l'EuroCup (con conseguente ritorno in Eurolega) e la SuperCoppa, oltre ad aver giocato una finale scudetto, condizionata da un calo fisico. Ecco tutti i voti

Virtus Bologna, i festeggiamenti dopo la vittoria in Eurocup

Virtus Bologna, i festeggiamenti dopo la vittoria in Eurocup

Bologna, 20 giugno 2022 - Una EuroCup, una SuperCoppa e una finale scudetto dove la forma fisica ha abbandonato la Virtus. La stagione 2021-2022 della Segafredo è tutta da incorniciare anche perché dalla prima gara fino all’ultima in ogni partita ha dovuto fare i conti con i guai fisici di uno o più giocatori nei ruoli chiave. Ecco perché alla fine nella casa bianconera tutti sono promossi a pieni voti. Le pagelle:

La società 9 

Rappresentata dal presidente Massimo Zanetti, il ceo Luca Baraldi e il direttore generale Paolo Ronci, la società ha operato rispondendo con grande rapidità ai problemi che si creavano durante il cammino. Gli ingaggi di Toko Shengelia e di Daniel Hackett sono stati buoni colpi di mercato.

Sergio Scariolo 8.5

Fino a quando ha potuto ha cercato di mantenere quanto costruito dal suo predecessore Sale Djordjevic. Poi gli infortuni l’hanno costretto a cambiare sistematicamente volto alla squadra tagliando il traguardo principale che il club si era dato, quello di arrivare in Eurolega vincendo l’EuroCup.

Daniel Hackett 8

Entra in punta di piedi in un gruppo che ha bisogno di un giocatore come lui e dà subito un contributo fondamentale. Una ammaccatura all’anca sinistra gli impedisce di giocare la finale come avrebbe voluto, ma ha comunque portato una mentalità vincente.

Toko Shengelia 8

Anche lui arriva dall’Eurolega per coprire quella che è una lacuna importante nel roster bianconero. Lo fa senza sentirsi superiore e dando anche una scossa ad alcuni compagni che stavano vivendo un momento di difficoltà. L’influenza lo ha azzoppato nelle ultime partite.

Milos Teodosic 7.5

Ha fatto vedere tutti la sua classe dimostrando che il suo spirito è l’esatto contrario di chi a 35 anni potrebbe anche iniziare a svernare. Oltre a deliziare pubblico e compagni con assist incredibili, quest’anno porta a casa il fatto di essere stato l’mvp di EuroCup.

Mam Jaiteh 7.5

Doveva essere il quinto lungo, poi l’addio a Vince Hunter e l’anticipata uscita di scena di Ekpe Udoh lo mettono in prima linea e lui risponde presente tagliando a fette la difesa avversaria sia in Europa che nel campionato italiano.

Marco Belinelli 7

La stagione è stata molto particolare con qualche acciacco di troppo nella prima parte e poi, anche nel suo caso, con l’influenza a minare le ultime gare. In mezzo tanta sostanza e soprattutto tanti consigli utili ai compagni che, non a caso, all’inizio dell’anno lo hanno scelto come capitano.

Alessandro Pajola 7

Parte fortissimo portandosi dietro l’entusiasmo delle Olimpia e conquistando il titolo di mvp in SuperCoppa. A novembre compirà 23 anni, ma nonostante la giovane età in regia ha orchestrato il gioco per compagni che hanno vinto Euroleghe e titoli Nba. La sua maturità non fa più notizia.

Isaia Cordinier 7

Arrivato per sostituire Awudu Abass ha subito messo in campo tanta energia e uno spiccato talento difensivo. Anche lui ha avuto l’intelligenza di entrare senza fare rumore in una squadra che aveva appena vinto la SuperCoppa e ha lasciato che l’atletismo parlasse per lui.

Kyle Weems 7

Oltre ad avere un rapporto particolare con i tifosi, quest’anno l’unica cosa che gli si può imputare è quella di essere arrivato alla serie finale senza benzina. Il tutto perché ha tirato sempre la carretta durante l’anno.

Amar Alibegovic 6.5

Quest’anno non sempre ha risposto presente e a volte è stato tenuto in panchina per tutta la gara. I mezzi fisici sono straordinari, ma sul piano del carattere è troppo spontaneo. Ha spesso dato un contributo importante nelle partite che contavano e questo, alla fine, è poi quello che gli si chiedeva.

Amedeo Tessitori 6.5

Ha giocato poco e ha tifato molto dalla panchina, avendo sempre un atteggiamento costruttivo. Tra una emergenza e l’altra c’è stato bisogno lui e lui ha sempre dato quel bastava per far capire a tutti che in altre squadre avrebbe giocato molto di più.

Nico Mannion 6

Doveva essere il primo playmaker della squadra e, invece, la salmonellosi lo messo subito fuori gioco. Ha giocato qualche buona partita, ma avrebbe avuto bisogno di uno spazio che la V nera, per i suoi obiettivi, non poteva dargli.

Jakarr Sampson 6

Arriva per sostituire Uduh e il compito appare subito improbo. Poi ha forza di crescere durante l’anno grazie anche alla costante fiducia che Scariolo gli concede di partita in partita.

Kevin Hervey 6

Dopo il rientro dall’infortunio al ginocchio sinistro, ha fatto molta fatica, come se vivesse la paura di chi può infortunarsi nuovamente.

Ty-Shon Alexander sv

Partito a febbraio, fin da subito il suo è stato un compito arduo che ha fatto fatica ad assolvere.

Premio alla sfortuna

Detto che Nico Mannion si è portato a casa dalle Olimpiadi di Tokyo anche la salmonellosi, l’oscar per la sfortuna se lo contendono Epke Udoh, che è subito scivolato su una pellicola pubblicitaria in campo e ha dovuto chiudere la stagione senza neppure iniziarla, e Awudu Abass che è stato messo fuori gioco per tutto l’anno un paio di partite dopo.

Menzione alla professionalità

L’oscar qui se lo giocano Michele Ruzzier e Marco Ceron, Non era facile tenere alto livello degli allenamenti in una squadra così lunga. Loro l’hanno fatto dando anche un contributo importante fuori dal campo. Due ragazzi davvero intelligenti che meritano le migliori fortune nel futuro.