Roma, 7 novembre 2022 – Quota 41 riveduta e corretta, Quota 102, Opzione donna, Ape sociale, canale precoci. Anche per il 2023 si confermano e si moltiplicano le formule per andare in pensione prima delle scadenze fissate dalla riforma Fornero (67 anni), in attesa del complessivo riassetto da definire nel prossimo anno. Ma quali sono le nuove classi di età che, per ogni specifica via d’uscita, potranno ottenere il pass per lasciare il lavoro in anticipo nei prossimi mesi? Vediamo la mappa aggiornata partendo dalle soluzioni che più verosimilmente saranno prorogate.
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Sommario
- Ape sociale anche per i nati nel 1960
- Canale "precoci" anche per chi ha cominciato nel 1982
- Opzione donna anche per le nate nel 1963 e nel 1964
- Quota 102 anche per i nati nel 1961
- Quota 41 per i nati nel 1962
Ape sociale anche per i nati nel 1960
Potranno utilizzare questa formula nel 2023 anche coloro che siano nati entro il 1960 compreso e che abbiano cominciato a lavorare tra il 1987 e il 1993 (oltre a tutti coloro che siano nati prima e abbiano cominciato a lavorare prima). La formula è utilizzabile, infatti, dai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, da quelli autonomi e anche dagli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, con almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi (a seconda dei casi), che si trovino in una delle seguenti condizioni: lavoratori che svolgono attività "gravose", invalidi civili di grado almeno pari al 74 per cento, caregiver, disoccupati.
Canale "precoci" anche per chi ha cominciato nel 1982
Potranno lasciare il lavoro con questo canale nel prossimo anno anche coloro che, a prescindere dall’età anagrafica, abbiano cominciato a lavorare entro il 1982. Possono andare in pensione anticipatamente con 41 anni di contributi, infatti, i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e gli autonomi, che abbiano lavorato prima dei 19 anni per almeno 12 mesi in modo effettivo anche non in modo continuativo.
Questa è la prima condizione per utilizzare il precorso di uscita dal lavoro abbreviato, ma i lavoratori indicati, per poter andare in pensione prima delle scadenze ordinarie, devono anche trovarsi in una delle seguenti condizioni: lavoratori che svolgono attività "gravose", invalidi civili di grado almeno pari al 74 per cento, caregiver, disoccupati, lavoratori che svolgono lavoro usurante o notturno.
Opzione donna anche per le nate nel 1963 e nel 1964
Dovrebbero poter utilizzare questa via anche le lavoratrici che siano nate entro il 1963 o il 1964 e che abbiano cominciato a lavorare anche nel 1988.
Possono lasciare il lavoro per la pensione con Opzione donna, infatti, le lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, e autonome iscritte all’Inps. La via di uscita indicata non può essere utilizzata per chi è iscritta alla Gestione separata. L’ultima legge di Bilancio permette l’accesso al pensionamento anticipato attraverso Opzione donna alle lavoratrici che abbiano raggiunto i 58 anni di età, se lavoratrici dipendenti, o i 59, se autonome, entro il 31 dicembre 2021.
Si tratta, dunque, di una possibilità che hanno potuto utilizzare quest’anno (o che potranno utilizzare anche nei prossimi mesi) le donne nate entro il 31 dicembre 1963 o entro il 31 dicembre 1962. Si tratta di vedere se per il 2023 verrà lasciato questo requisito o se verrà aumentato di un anno a quota 59-60 anni. Ma se il requisito verrà confermato, a quel punto potranno lasciare il lavoro coloro che conquisteranno o avranno conquistato il nuovo requisito entro il 31 dicembre 2022. Età a parte, per poter utilizzare Opzione donna occorre avere raggiunto anche 35 anni di contributi entro la scadenza indicata.
Quota 102 anche per i nati nel 1961
Se verrà mantenuta, Quota 102 potrà servire per andare in pensione anticipata anche a coloro che siano nati entro il 1961 e che abbiano cominciato a lavorare entro il 1985.
Possono utilizzare il canale di uscita permesso da Quota 102, infatti, i lavoratori, pubblici e privati, dipendenti e autonomi, che raggiungano o abbiano raggiunto i 64 anni di età e i 38 anni di contributi nel corso dell’anno in corso. Se verrà prorogata, la scadenza diventerà il 31 dicembre 2023 per la maturazione dei requisiti indicati.
Quota 41 per i nati nel 1962
Se introdotta, la soluzione permetterà di lasciare il lavoro in via anticipata ai nati entro il 1962 e che abbiano cominciato a lavorare entro il 1982. E’ la formula per lasciare il lavoro voluta dalla Lega, ma nelle intenzioni originarie doveva essere secca: 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Matteo Salvini, però, ha sdoganato la possibilità di aggiungere un requisito di età: 61 anni. E La Calderone conferma questa possibilità.