Pensione anticipata, proroga Opzione donna: come cambia e chi può usufruirne. La guida

La misura, con tutta probabilità, sarà confermata anche per il 2023. Ecco tutto quello che c'è da sapere

Una donna al lavoro

Una donna al lavoro

Roma, 9 ottobre 2022 - Una delle vie d’uscita anticipate verso la pensione sarà prorogata, con tutta probabilità, anche per il 2023. Parliamo di Opzione donna, la formula introdotta nel 2004, ma che solo dal 2012 in avanti ha avuto successo, dopo che la riforma Fornero ha previsto un drastico innalzamento dei requisiti per le lavoratrici dipendenti e autonome.

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La soluzione di cui parliamo, infatti, permette l’accesso alla pensione alle donne che abbiano 58-59 anni e 35 anni di contributi, a condizione che accettino il calcolo interamente contributivo del trattamento: il che solitamente comporta un taglio dell’importo variabile a seconda degli anni di lavoro precedenti al 1995. 

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Chi può utilizzare Opzione donna 

Possono lasciare il lavoro per la pensione con Opzione donna le lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, e autonome iscritte all’Inps. La via di uscita indicata non può essere utilizzata per chi è iscritta alla Gestione separata. 

Età di accesso

L’ultima legge di Bilancio permette l’accesso al pensionamento anticipato attraverso Opzione donna alle lavoratrici che abbiano raggiunto i 58 anni di età, se lavoratrici dipendenti, o i 59, se autonome, entro il 31 dicembre 2021. Si tratta, dunque, di una possibilità che hanno potuto utilizzare quest’anno (o che potranno utilizzare anche nei prossimi mesi) le donne nate entro il 31 dicembre 1963 o entro il 31 dicembre 1962. Si tratta di vedere se per il 2023 verrà lasciato questo requisito o se verrà aumentato di un anno a quota 59-60 anni. Ma entro poche settimane si saprà. E a quel punto potranno lasciare il lavoro coloro che conquisteranno o avranno conquistato il nuovo requisito entro il 31 dicembre 2022. 

Trentacinque anni di contributi 

Età a parte, per poter utilizzare Opzione donna occorre avere raggiunto anche 35 anni di contributi entro la scadenza indicata. E anche in questo si tratterà di vedere se il requisito verrà elevato o se resterà, come è probabile, a 35 anni. 

Finestra mobile 

Una volta in possesso delle condizioni per andare in pensione con la formula indicata, per l’uscita vera si dovrà attendere, sulla base del meccanismo della finestra mobile, che passino dodici (per le lavoratrici dipendenti) o diciotto mesi (per le lavoratrici autonome) dalla maturazione dei requisiti.  

Il taglio dell’assegno 

La scelta di andare in pensione con Opzione donna, se è favorevole dal punto di vista dell’anticipo dell’età di uscita dal lavoro, comporta, però, una penalizzazione implicita nel calcolo dell’assegno. In media si ha un taglio variabile tra il 20 e il 30% rispetto alle regole del sistema misto. Ma si tratta di percentuali che vanno viste caso per caso, perché entrano in gioco molteplici aspetti.