Per fortuna esistono anche i giovani buoni

Forse, almeno negli ultimi tempi, c’eravamo dimenticati, che ci sono anche loro, i buoni, quelli che danno una mano quando ce n’è bisogno senza tanti calcoli tipo ce la faccio, forse no, forse sì. È l’altro volto dei giovanissimi, il rovescio positivo della medaglia. Fa da controcanto agli sdraiati sul divano che si imbambolano con Tik tok e il cocktail dei social, che si sballano con canne o alcolici, che senza rendersene conto giocano con la violenza, o che sfidano la morte appesi ai treni in corsa. Dalle parti di Reggio Emilia un quindicenne con lo sguardo mite ha avuto il coraggio di alzarsi dal suo posto in treno, raggiungere una ragazzina disperata lì vicino e disinnescare le molestie pesanti di un ‘armadio’ di 25 anni. Rischio alto, operazione riuscita. Lei in lacrime, ma salva e il molestatore, un profugo africano, denunciato.

Se non raccontiamo questi episodi rischiamo di pensare che la generazione degli adolescenti sia composta solo dalle baby gang di guerriglieri metropolitani che scorrazzano da Torino a Bologna, da bulli in libera uscita o violentatori da sballo. Com’è successo sempre a Reggio dove sempre un ragazzino di 15 anni ha violentato una compagna di classe ubriaca. Niente corteo della scuola e festa in casa di lei, poi è finita come è finita. Un po’ la fotocopia della notte di Grillo junior in Sardegna e della sera di Capodanno a Primavalle. Nel cuore degli adolescenti la generosità c’è. Poi spunta qua e là, spontanea. E allora dobbiamo gridarlo perchè tutti lo sappiano. Anche questi esempi possono aiutare nel percorso educazionale che invochiamo contro la violenza giovanile o i gesti sconsiderati verso il prossimo. Fra le righe della vita quotidiana ci sono episodi che spuntano come orchidee nel deserto. Che poi tanto deserto non è. Come le due ragazzine di 10 anni che a Bologna si fecero tagliare un metro di capelli, belli, fluenti, invidiabili, per donarli alle donne malate di tumore per la parrucca. Se ci fosse il premio Nobel della bontà andrebbe al ragazzino del treno, alle due bimbe e a tutti gli altri che non conosciamo. Piccoli, meravigliosi giganti.