"Piccole imprese artigiane in crisi E il potere d’acquisto cala ancora"

L’analisi di Alessandro Gasparri, segretario generale della Cgil di Pisa, fra costi alle stelle e inflazione "Il settore del legno, quello alimentare e il metalmeccanico soffrono di più. Ora tassare chi specula"

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di Enrico Mattia Del Punta

Aumenta luce e gas e diminuisce il potere d’acquisto: è la ricetta perfetta per la nuova e pesante recessione che incombe su tutta Europa, Toscana e provincia di Pisa incluse. Una crisi che presenta il suo conto. Secondo lo studio di ricerca IRES, 1,2 milioni di lavoratori dipendenti toscani hanno visto un crollo del potere d’acquisto. Il quadro che si presenta è drammatico, come spiega il Segretario Generale della Cgil di Pisa, Alessandro Gasparri.

Segretario, c’è un pericolo per i lavoratori e le aziende?

"La spirale inflattiva determinata da crisi economica, pandemia e, infine, dalla guerra sta colpendo duramente salari e pensioni. Il rischio di una nuova recessione è reale. Il rapporto Ires mostra gli effetti dell’inflazione: in media, c’è una perdita del potere d’acquisto di 1870 euro annui, i più colpiti sono i lavoratori edili. L’incremento dei costi energetici per le famiglie è pari al 116%, ovvero 1560 euro annui. Mentre il paniere mensile per i costi dei beni alimentari è aumentato di 52 euro. Le stime indicano che l’inflazione toscana potrebbe salire fino al 9,2% a fine anno, contro l’8,7% registrato a settembre".

Qual è la situazione nell’area pisana, sono a rischio posti di lavoro?

"La situazione si presenta a macchia di leopardo. Alcune aziende, fortemente energivore, presentano una situazione insostenibile. Abbiamo già le prime avvisaglie su Pisa e provincia, anche di piccole imprese artigiane. Si sta già puntando alla cassa integrazione o alla cosiddetta settimana corta, sfruttando ferie e permessi residui. Nell’immediato vediamo la situazione molto critica per il settore del legno, nel settore degli alimentari e (anche se in misura minore) nel settore metalmeccanico. Nel distretto del cuoio, si sta iniziando a parlare di possibili comunità energetiche con l’obiettivo di arrivare ad un’autonomia. Per alcune aziende, inoltre, c’è un doppio aumento dei costi".

Ovvero?

"Ci sono aziende che avevano un contratto con un forniture elettrico, questo fornitore lo ha poi disdetto. A quel punto le aziende sono tornate sul mercato trovando dei prezzi molto più elevati, salvo poi in più la richiesta a garanzia una fideiussione bancaria. Questo li porta alla fine ad avere un doppio costo: incremento di energia e fideiussione ad un tasso di interesse molto più alto".

La Cgil cosa propone di fare?

"Si può intervenire sul tema legato agli extra-profitti. È chiaro che c’è un discorso di speculazione, con aziende che hanno guadagnato, ebbene questo loro guadagno andrebbe tassato, anche fino al 100%. In più si dovrebbe allargare la base imponibile dell’aziende che hanno avuto extraprofitti, come aziende farmaceutiche e bancarie. Altro discorso su cui si può intervenire è il cuneo fiscale, però questa volta andrebbe interamente dedicato al lavoro dipendente. Sabato 8 ottobre, la Cgil scenderà in piazza a Roma, ad un anno dall’aggressione alla sede nazionale, sarà occasione anche per presentare queste proposte".