Referendum 12 giugno 2022: le posizioni dei partiti. Quante sono le schede

La divisione maggiore è tra centrodestra e centrosinistra. Cinque quesiti, in ballo la riforma della Giustizia del ministro Marta Cartabia

Roma, 7 giugno 2022 - Tre dei cinque quesiti oggetto del referendum del 12 giugno 2022 riguardano temi sui quali interviene anche la riforma della Giustizia promossa dal ministro guardasigilli Marta Cartabia, già approvata dalla Camera e attualmente in discussione al Senato. Si tratta, in particolare, del quesito relativo alla separazione delle funzioni dei magistrati, di quello sul diritto di voto degli avvocati nei consigli giudiziari e della domanda relativa all’abolizione delle firme per le liste di candidati al Csm. Cosa succederebbe se la riforma viene approvata prima del referendum? L’ultimo quesito, quello sull’abolizione della raccolta delle firme per candidarsi al Csm, potrebbe decadere poiché con l’ok alla riforma le modifiche sul tema in essa contenute entrerebbero in vigore immediatamente senza bisogno di emanare decreti attuativi. Gli altri due invece, rimarrebbero validi per il motivo opposto (necessitano di decreti attuativi), ma anche perché i quesiti referendari e le nuove norme sono simili ma non sovrapponibili. In ogni caso, è impossibile che la riforma entri in vigore prima dello svolgimento ed esito dei referendum.

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La posizione dei partiti sui referendum

Per quanto riguarda gli schieramenti politici a sostegno o contro il referendum, la divisione maggiore è tra centrodestra e centrosinistra. Il sì ai quesiti è sostenuto da Lega, Forza Italia, Azione, i radicali e Italia viva. Alcuni partiti della attuale maggioranza di governo, dunque, sostengono il referendum ma voteranno anche a favore del disegno di legge di riforma dell’ordinamento. Politicamente, la scelta viene motivata con il fatto che il ddl sia stato il frutto di una mediazione tra partiti che solo eccezionalmente fanno parte della stessa maggioranza vista la natura tecnica dell’esecutivo Draghi. Dunque, se la lealtà nei confronti del governo rimane, i partiti del fronte del sì ritengono che la loro posizione politica in materia di giustizia sia meglio rappresentata dai quesiti referendari. Ma vediamo le singole posizioni.

Lega: il Carroccio è uno dei due partiti che ha promosso il referendum, ma la campagna elettorale vista fino ad ora in favore del Sì appare fin molto “timida”. In ogni caso, è per cinque sì.

Forza Italia: Sì a tutti e cinque i quesiti che secondo Silvio Berlusconi sono “fondamentali” per riformare l’ordinamento giudiziario.

Fratelli d’Italia: Sì solo ai tre quesiti che riguardano l’ordinamento interno, No a quelli sulla legge Severino e ai limiti alla custodia cautelare.

Italia Viva: Sì a tutti e cinque i quesiti.

Azione: Sì a tutti e cinque i quesiti.

M5S: No a tutti e cinque i quesiti.

Partito Democratico: libertà di coscienza al voto. Enrico Letta ha fatto sapere che voterà No a tutti i quesiti perché “aprirebbero più problemi di quelli che si vogliono risolvere”, ma il Pd ha scelto di lasciare libertà di coscienza ai suoi iscritti: sempre Letta ha dichiarato di essere per il no, ma ha aggiunto che «il partito non è una caserma». Infatti, alcuni parlamentari, come il costituzionalista Stefano Ceccanti, hanno dichiarato che voteranno sì, così come alcuni sindaci come Giorgio Gori di Bergamo, che ha scritto: “Io ribadisco i miei tre sì: separazione delle carriere, custodia cautelare e legge Severino per affermare il valore della presunzione di innocenza e dei diritti della difesa”.

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Referendum: le cinque schede in sintesi

Referendum n.1 (scheda rossa): Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.

Referendum n.2 (scheda arancione): Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell'ultimo inciso dell'art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale.

Referendum n.3 (scheda gialla): Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.

Referendum n.4 (scheda grigia): Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.

Referendum n.5 (scheda verde): Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.