Riaperture, "Un anno senza concerti, ora torni la musica"

Roberto De Luca (Live Nation): "Primi a chiudere, ultimi a riaprire. Il numero degli spettatori deve essere definito in base alla superficie"

Studenti e lavoratori dello spettacolo durante una protesta organizzata negli ultimi giorn

Studenti e lavoratori dello spettacolo durante una protesta organizzata negli ultimi giorn

"Siamo stati i primi a chiudere e saremo gli ultimi a riaprire". Per Roberto De Luca, presidente di Live Nation Italia, tra i principali promoter della musica dal vivo, anche la possibile apertura degli stadi al pubblico per gli Europei, che pure "è un’ottima notizia", ha un sapore amaro. Quanto concesso al calcio non è stato esteso ai concerti: per la ripartenza del settore ancora nessuna novità. "Sono mesi ormai, precisamente da dicembre, in occasione dei primi incontri con le istituzioni e con alcuni componenti del Comitato tecnico scientifico, che ribadiamo che il punto fondamentale per poter cominciare nuovamente a rimettere la musica sul palco è che venga definita una regola per il calcolo delle capienze Covid", ha scritto De Luca in una nota congiunta firmata con Ferdinando Salzano (Friends&Part ners) e Clemente Zard (Vivo Concerti).

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De Luca, cosa chiedete esattamente?

"Che vengano riaperti gli spazi per la musica, in sicurezza. E che il numero degli spettatori venga definito in base ai metri quadri di superficie disponibili e non sulla scorta di criteri generici. Bisogna ripartire. Non quest’estate, magari, ma da gennaio, al chiuso e senza distanziamento. Servono indicazioni e le aspettiamo adesso".

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La situazione è drammatica. Lo ha ammesso anche il ministro Dario Franceschini.

"Il settore della musica dal vivo è fermo dal 20 febbraio di un anno fa. Altri settori che pure sono in sofferenza, come quello della ristorazione, in parte hanno potuto e possono lavorare. Noi siamo fermi. E non può essere altrimenti. Perché non è pensabile allestire spettacoli con una capienza di pubblico risibile".

Se fosse stata confermata la riapertura dei teatri il 27 marzo scorso, la capienza consentita sarebbe stata di 200 spettatori. Ora per gli stadi si ipotizza un 25 per cento della nor male capienza.

"Numeri inaccettabili per chi ha costi di allestimento come i nostri. Chiaro che servono regole pensate per chi opera in spazi di grandi dimensioni, come i palasport e gli stadi. Attendiamo da tempo una svolta nelle decisioni del governo, ma ancora nulla. Quello che vale per il calcio non vale per la musica live. Una differenziazione di ’capienze Covid’ tra calcio e musica è inaccettabile e su questo punto tutta la filiera legata ai concerti dal vivo, compresi gli artisti, è pronta a prendere posizioni forti e nette".

I lavoratori dello spettacolo sono scesi in piazza. Migliaia di disoccupati, senza prospettive.

"I ristori non coprono il fabbisogno. In questo ultimo anno si è perso il 96 per cento del fatturato e le previsioni per il 2021 sono, se possibile, anche più brutte. Nel 2020, a gennaio e febbraio, avevamo lavorato; quest’anno neanche un giorno, e siamo già in aprile".

Come state fronteggiando la crisi? "Col fondo salariale. E poi ricorrendo alle nostre spalle larghe e alla cassa integrazione. Una parte dei nostri dipendenti, quelli del comparto amministrativo, lavora a tempo pieno; gli altri sono in cassa. I manager si sono ridotti gli emolumenti".

Cosa dicono gli artisti?

"Vogliono tornare sul palco. Sono solidali con noi e con tutti quanti ruotano intorno alla musica. Persone, cooperative e aziende che lavorano con noi e che sono in ginocchio. Live Nation ha creato un fondo mondiale di 15 milioni di euro per sostenere la filiera dell’industria dello spettacolo. Sono stati garantiti 1000 dollari a duecento lavoratori. Altri fondi li abbiamo distribuiti in Italia grazie agli incassi di uno spettacolo all’Arena di Verona".

Quando il governo si deciderà a mollare il freno cosa succederà?

"La differenza la farà l’efficacia della campagna vaccinale. In Gran Bretagna, per esempio, ha permesso di stabilire per tempo una data per la ripartenza degli spettacoli: il 21 giugno. Quando riapriremo qui, ci sarà una grande ondata di concerti. Produzioni italiane e internazionali: verranno davvero tutti. Però sarà fondamentale ottenere una riduzione delle limitazioni, come nel Regno Unito. Altrimenti sarà difficile prevedere eventi come quelli di San Siro, col pubblico anche sul prato. E ci saranno maggiori costi, legati ai controlli".