La Russia boicotta gli Oscar 2023

Non selezionerà un candidato per la categoria riservata al migliore film internazionale: il direttore del comitato russo si dimette in segno di protesta

Scena dal film 'Sole ingannatore' di Nikita Mikhalkov

Scena dal film 'Sole ingannatore' di Nikita Mikhalkov

La Russia ha annunciato l'intenzione di boicottare gli Oscar 2023 non presentando un proprio rappresentante in vista delle nomination per il migliore film internazionale. Una decisione che ha colto di sorpresa Pavel Tchoukhrai, capo del comitato russo sugli Oscar: parlando con l'agenzia di stampa AFP ha detto che il boicottaggio è stato approvato "alle mie spalle". Detto questo, si è dimesso dalla propria carica. Va da sé che l'assenza agli Oscar 2023 rientra nel più ampio scenario di tensione fra Russia e Stati Uniti, in seguito all'invasione dell'Ucraina. Segna anche uno scarto rispetto a una tradizione ormai decennale: il primo candidato fu addirittura sovietico e vinse la statuetta nel 1968 (il film era 'Guerra e pace' di Sergei Bondarchuk). Una seconda vittoria giunse nel 1975, grazie a 'Dersu Uzala' di Akira Kurosawa, e una terza nel 1980 con 'Mosca non crede alle lacrime' di Vladimir Menshov. Il 1992 segnò il debutto della Russia, grazie a Nikita Mikhalkov e al suo 'Urga - Territorio d'amore'. Sempre Mikhalkov si ripresentò nel 1994 e questa volta vinse l'Oscar con il film 'Sole ingannatore'. Per altre cinque volte la Russia agguantò la cinquina delle candidature: l'ultima nel 2017, con 'Loveless' di Andrey Zvyagintsev. Inoltre, negli anni recenti entrò nella short list grazie a 'La ragazza d'autunno' di Kantemir Balagov (2019) e 'Dorogie tovarish' di Andrei Konchalovsky.