Scuola: in arrivo 6 milioni per il Piano 4.0

L’annuncio dell’onorevole Lolini, ma i presidi non hanno ancora ricevuto indicazioni chiare su come far ripartire le lezioni a settembre

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Ancora pochi giorni a Ferragosto, ma chi sta dentro al mondo della scuola, vuoi perché è un insegnante o preside (magari anche sindacalista), vuoi perché è un genitore, già comincia a pensare al prossimo anno scolastico. E come tutti gli anni le buone notizie non sono mai molte. Ieri, però, una ne è arrivata: il ministero dell’Istruzione ha assegnato alle scuole della Toscana 97 milioni di euro complessivi per il ’Piano scuola 4.0’. Alla provincia di Grosseto toccheranno 6 milioni di euro. A dare l’annuncio è stato l’onorevole della Lega, il grossetano Mario Lolini il quale attribuisce il merito di questo finanziamento all’impegno portato avanti dal suo partito. "Il Piano – spiega Lolini – prevede la trasformazione di classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e la creazione di laboratori per le professioni del futuro, e ciascuna scuola potrà decidere in autonomia come utilizzare le risorse. I dirigenti scolastici, in collaborazione con l’animatore digitale e il team per l’innovazione, potranno costituire un gruppo di progettazione insieme a docenti e studenti per pianificare gli interventi. A disposizione di ogni istituto ci saranno strumenti di accompagnamento, come il Gruppo di supporto al Pnrr, costituito al ministero dell’Istruzione e negli Uffici scolastici regionali, oltre che la Task force scuole, gestita in collaborazione con l’Agenzia per la coesione territoriale". Tolta questa che sulla carta sembra essere una buona notizia (bisognerà attendere infatti la traduzione pratica di questo annuncio) sul mondo della scuola maremmana restano le incertezze di sempre. "Come dirigenti scolastici ci domandiamo cosa accadrà quest’anno che il Governo, all’inizio delle lezioni non ci sarà – esordisce Roberto Mugnai, preside del polo liceale ’Pietro Aldi’ e segretario regionale del sindacato Dirigentiscuola – Se negli anni passati, infatti, vivevamo questo periodo estivo sempre con grande ansia, in attesa che si dipanasse almeno il problema delle nomine degli insegnanti, quest’anno che c’è una situazione politica ancora più instabile tale ansia, giocoforza, aumenta. Come presidi abbiamo bisogno che tutti gli insegnanti siano nominati per tempo. Vogliamo che l’anno scolastico possa partire con tutte le cattedre assegnate. È vero che negli ultimi tempi le cose sono un po’ migliorate – ammette Mugnai – ma siamo ancora lontani da ciò che la scuola italiana meriterebbe. Il fatto che l’anno 20222023 si apra proprio in campagna elettorale non è che sia molto tranquillizzante, ma vedremo. A questa incertezza dobbiamo poi sommare altra incertezza e altri timori: quelli relativi alla gestione Covid. Non sappiamo ancora quali saranno le regole con le quali ragazzi e docenti potranno tornare a scuola. Io mi auguro che si possa tornare quanto più possibile alle condizioni pre-pandemia, se vi sono le giuste garanzie di sicurezza per tutti. Anche perché le conseguenze dei due anni di pandemia sui ragazzi, sia in termini di apprendimento, sia, soprattutto, di ordine psicologico, li stiamo vedendo adesso. Onestamente non so, però, se qualcuno tra i politici che contano se ne è accorto – dice ancora Mugnai – Perché i presidi non hanno ancora ricevuto alcuna indicazione ufficiale. Anche quest’anno si arriverà all’ultimo secondo. Certo le voci che girano, secondo le quali dovranno essere i presidi a valutare se far indossare le mascherine o meno, preoccupano molto. Inoltre la politica non ha fatto nulla contro le ’classi pollaio’: in provincia di Grosseto arriveremo ad avere classi anche 30-32 alunni con grave danno per l’apprendimento didattico e la sicurezza anti-Covid".

Andrea Fabbri