Il ministro Speranza: "Non c'è ripartenza se non si tutela la salute"

Il titolare della Salute: "L'Italia ha numeri di un contagio ancora molto significativi, che non possono essere sottovalutati".

Il ministro Roberto Speranza

Il ministro Roberto Speranza

Roma - Mentre i primi dati sull'andamento della pandemia in Italia del consueto monitoraggio Iss-ministero della Salute mostrano un miglioramento (Rt in calo da 0,98 a 0,92 e incidenza dei casi settimanali è in calo da 232/100.000 a 185/100.000), il ministro della Salute Roberto Speranza avverte: "Siamo in un momento molto delicato, l'Italia ha numeri di un contagio ancora molto significativi, che non possono essere sottovalutati". Quindi bene, ma non benissimo e le misure restrittive restano, seppure con gli allentamenti previsti oggi.

Il titolare del dicastero della salute è intervenuto oggi al convegno "Riapri Italia" organizzato in Senato da Fratelli d'Italia, promosso dal senatore Luca Ciriani. "Bisogna creare un percorso graduale per una riapertura in sicurezza - ha detto Speranza - che ci porti a una stagione diversa da quella passata. Non c'è ripartenza contro la tutela di salute. Se non si vince la battaglia sanitaria non c'è ripartenza economica. Si fa un errore e non si fa il bene del Paese quando si mette in contraddizione la battaglia sanitaria con la battaglia per la ripartenza economica e sociale, le due cose si tengono insieme".

Sul tema della campagna vaccinale, Speranza ha precisato che "noi abbiamo tutte le armi, il collo di bottiglia è stato rappresentato dall'arrivo di dosi minori, ma stiamo superando questo collo di bottiglia, mi aspetto numeri che ci consegnano un cambio di marcia significativo. Penso che l'Europa abbia fatto bene a lavorare insieme, non credo avrebbe funzionato meglio dell'uno contro l'altro, poi è chiaro che sui contratti dobbiamo intervenire, ma l'orizzonte deve essere un'Europa che si muove insieme".

"La prima mattonella per il rilancio dell'Italia è il rilancio del Servizio sanitario nazionale. Ma perché questo sia possibile abbiamo bisogno di un grande Patto Paese, che tenga insieme il personale, le imprese, i sindacati e la scienza. Dobbiamo lavorare tutti insieme e credo che il Governo di muoverà convintamente in questa direzione. Ci sono le risorse in arrivo dal Recovery Plan ma non solo queste: servono risorse e serve la volonta''. Cuore del rilancio del Servizio sanitario sono le cure sul territorio: "Vorrei portare l'assistenza domiciliare per le persone con più di 65 anni sopra il 10% e quindi al di sopra della media europea, dall'attuale 4% che ci vede ultimi nell'Ue. La "casa come primo luogo di cura" dev'essere, insieme alla digitalizzazione, il simbolo della grande operazione sul territorio su cui deve basarsi la riforma del Ssn".